Al Bano Carrisi torna a parlare e racconta del suo passato, del suo presente e del suo futuro, confidandosi con il Settimanale VOI diretto da Lorella Ridenti, da domani in edicola. L’ugola d’oro di Cellino racconta dei suoi esordi musicali e in particolare del momento della svolta, in cui ha toccato con mano il successo: «Quando mi hanno reclutato nel “Clan” di Adriano Celentano, e tra gli altri c’era un giovanissimo Lucio Battisti: prendevo sessanta lire a settimana e ho visto lievitare i miei guadagni. Ricordo le gambe che mi tremavano all’apertura della busta dove mi si comunicava che ero stato ingaggiato! Ai tempi non esistevano mail e whatsapp!».
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Cosa rende Al Bano unico? Lui stesso precisa parlando di valori: «Onestà, caparbietà, coraggio, lezioni di vita che non mi sono mai sfuggite di mente e ho inculcato in tutti i miei figli. Indosso un’umanità eccezionale, che non viene mai meno, a nessun costo». Carrisi ribadisce la voglia di condurre il Festival di Sanremo un giorno, elogia Amadeus e rivela un suo sogno nel cassetto: «Cantare con Mina o con Celentano. Lo sanno entrambi: con Celentano è più papabile, con Mina meno. Glielo chiediamo in tanti, e sono mosso da rispetto per la sua arte, perché non cerco tornaconti, e lei, è la numero uno. L’ho intuito nel 1968 quando presentava Canzonissima, ed ero tra i cantanti: unica. Resta solo da ammirarla». Infine, una rivelazione sul suo passato sentimentale legato a Romina Power.