Non tutte le meduse sono urticanti: come distinguere le “buone” dalle “cattive”

Giovedì 29 Luglio 2021 di Mariagiovanna Capone
Non tutte le meduse sono urticanti: come distinguere le “buone” dalle “cattive”

Il mare è più caldo e con il calore ecco arrivare le temibili meduse.

Tuttavia non tutte le specie sono da evitare per il loro potere urticante, anzi, tra quelle più comuni nei nostri mari ci sono quelle da ammirare e lasciare stare, non solo perché innocue ma perché ricoprono un importante ruolo ecologico: sono un filtro per l’acqua di mare e contribuiscono al mantenimento della catena alimentare marina. Senza contare che prelevare meduse dal loro habitat e portarle in spiaggia per farle morire al sole con un’atroce agonia può essere configurato come reato di maltrattamento di animali e si rischia una pesante multa (da 5mila a 30mila euro) o addirittura il carcere secondo l’articolo 544 ter del Codice penale.

Video

Se si avvista una medusa in acqua è sempre bene non avvicinarsi e avvisare gli altri bagnanti per evitare che si accostino troppo e possano così essere punti nel caso di specie urticanti. Le meduse sono anche tra gli organismi più antichi comparsi sulla Terra, mentre la più pericolosa al mondo è la Chironex fleckeri: i suoi tentacoli possono uccidere in pochi minuti, causando l’arresto cardiaco. Ma tranquilli, è diffusa nei mari del nord dell’Australia e del Sudest asiatico. 
 



QUELLE INNOCUE 
Il Cotylorhiza tuberculata è una medusa di grosse dimensioni molto comune soprattutto nell’Adriatico e svolge un ruolo importante nell’ecologia di molte specie ittiche, infatti, gli esemplari giovanili di ricciola, suri, sugarelli e altri carangidi passano le loro prime fasi di vita e di crescita all’ombra di queste meduse, dove trovano cibo e protezione dai predatori. Ha un ombrello a forma di disco bianco con una gobba rotonda e gialla al centro simile a un uovo all’occhio di bue. Il margine è frastagliato di colore giallo-marrone ed è priva di tentacoli, ma ricca di braccia orali che terminano con un bottoncino di colore blu-viola che sembrano dei grappoli. Altra specie non urticante che abbonda nelle acque dalla Liguria alla Sardegna che si muove in grandi banchi è la Velella velella, più nota come barchetta di San Pietro. Non è una medusa ma un piccolo sifonoforo galleggiante, cioè una colonia di polipi, di colore azzurrognolo argentato, dotato di una cresta cornea che funge da vela. La specie vive infatti sulla superficie del mare e si sposta grazie al vento. Non solo non è pericolosa per l’uomo ma è ritenuta di buon auspicio per i pescatori. Il Rhizostoma pulmo conosciuta anche come polmone di mare è molto diffusa nel Mediterraneo e rappresenta la medusa più grande (può arrivare anche a 10 chili di peso e 60 centimetri di diametro). Ha un ombrello di forma semisferica opalescente ma tendente al trasparente, con i bordi sfrangiati blu-viola. Sotto al cappello 8 tentacoli allungati, sfrangiati e semitrasparenti. 



LE URTICANTI 
La medusa urticante più diffusa nei nostri mari è la Pelagia noctiluca, detta anche medusa luminosa, per la sua capacità di emettere luminescenza. Ha un ombrello a cupola marrone-violaceo con margine sfrangiato da cui originano lunghi e sottili tentacoli molto urticanti. Da qualche anno è segnalata in tutte le stagioni, sebbene il suo mese preferito per proliferare sia settembre. È una specie talmente invasiva che in diverse località siciliane le attività di pesca devono interrompersi perché le pelagie intasano le reti. Altra specie urticante segnalata in alcune aree meridionali e occidentali del Mediterraneo è la Physalia phisalis (caravella portoghese). Fino a dieci anni fa era considerata rara nei nostri mari, ma la tropicalizzazione ha fatto sì che in alcune zone le spiagge ne fossero invase come accade in Sardegna. Anche questa non è una medusa vera e propria, ma un sifonoforo ed è facilmente riconoscibile per la caratteristica forma a sacca galleggiante con lunghi tentacoli blu. Se ne avvistate qualcuna, meglio tenersi a distanza, in particolare se di grosse dimensioni. La Chrysaora hysoscella è una specie di medusa urticante al contatto ritrovabile per fortuna solo nei mari aperti dell’Adriatico, dove appare solitamente tra marzo e agosto. L’ombrello ha le tipiche 16 bande marroncine a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine. 
 

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA