Violenza in disco Al setaccio i video delle telecamere

Mercoledì 20 Novembre 2019
PORTOGRUARESE
Stupore e indignazione per la notizia del presunto stupro che una 18enne del Portogruarese ha denunciato di aver subito, sabato scorso, da un uomo, nei bagni della discoteca Odissea di Spresiano. Giannino Venerandi, proprietario della struttura, non si dà pace. Ieri il patron di uno dei templi della movida trevigiana ha raccolto e poi consegnato ai carabinieri della stazione di Spresiano i filmati di tutte le telecamere interne al locale, con l'auspicio che possano essere così trovati riscontri al racconto messo nero su bianco della ragazza. Venerandi ha chiesto lumi ai dipendenti che si trovavano in servizio durante la serata di sabato scorso, quando si sarebbe consumata la violenza sessuale, confermata poi dagli esami clinici svolti prima al pronto soccorso di Oderzo e poi al Ca' Foncello di Treviso, dopo la formale denuncia presentata dalla studentessa veneziana ai militari della Tenenza di Oderzo. Il dispositivo di sicurezza dell'Odissea può contare, solitamente, tra i 12 e i 15 elementi che controllano e intervengono in caso di necessità ed eventualmente allertano le forze dell'ordine in caso di problematiche tra clienti (scontri o risse tra avventori delle varie sale) o persone moleste. Tra quelli che sabato scorso erano in servizio, in base ad una rapida indagine interna ordinata dallo stesso Venerandi, nessuno avrebbe notato nulla di strano o ragazze in particolare difficoltà. Nessuno si sarebbe rivolto ai buttafuori per chiedere aiuto. Appare inoltre improbabile che un uomo abbia trascinato in bagno una ragazza senza essere notato da nessuno dei responsabili della sicurezza: i servizi igienici del locale sono tra i luoghi più sensibili delle sale da ballo dell'Odissea. L'analisi dei sistemi di videosorveglianza, mancando testimoni (almeno per ora), potrebbe essere decisiva nella risoluzione del caso. La giovane ha raccontato inoltre di aver bevuto un drink con quello che diventerà il suo aguzzino; sarà dunque fondamentale accertare dalle analisi cliniche svolte domenica scorsa se, come si ipotizza, il cocktail offerto da questo uomo misterioso possa essere stato o meno adulterato o drogato per rendere la 18enne più vulnerabile. Spetterà agli investigatori dell'Arma, coordinati dalla Procura di Treviso, mettere insieme questo complesso puzzle e fare luce sulla vicenda. «Abbiamo saputo di questo episodio, tutto da verificare, solo lunedì pomeriggio -riferisce Giannino Venerandi- stiamo capendo cosa è avvenuto dato che il personale del locale, gli addetti alla sicurezza e chi lavora, non ha notato nulla di anomalo. I bagni sono sorvegliati ed è impossibile che una persona entri in bagno con una ragazza senza essere notato. Tra i clienti nessuno ci ha detto di una ragazza in difficoltà. Certamente ci dispiace, il nostro è un locale sicuro e c'è grande attenzione: siamo preparati a tutti i livelli. Come locale abbiamo firmato un protocollo d'intesa con la Questura che prevede la massima disponibilità con gli investigatori».
Nicola Cendron
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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