Ville venete, via al nuovo corso

Venerdì 10 Aprile 2020
IL PATRIMONIO
Dopo quattro anni di commissariamento, è ufficialmente cominciato il nuovo corso per l'Istituto regionale ville venete. Ieri mattina, in videoconferenza come impone l'emergenza sanitaria, si è insediato il Consiglio di amministrazione dell'ente che da quattro decenni è impegnato nella catalogazione, nel restauro e nella valorizzazione di 4.243 edifici di pregio a Nordest, scrigni di storia e di bellezza tramandati nei secoli. «Lavoreremo per salvaguardare non solo questi prestigiosi oggetti architettonici, ma anche i contesti territoriali in cui sono collocati, in linea con l'impegno profuso lo scorso anno per il paesaggio in sede Unesco», annuncia il presidente Amerigo Restucci, già padre nobile dell'iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità.
I NUMERI
Le ville venete sono 3.807 in Veneto e 436 in Friuli Venezia Giulia. Rispetto al totale, 2.059 immobili sono soggetti a vincolo e 24 sono stati progettati da Andrea Palladio. La maggior parte è di proprietà privata (86% nell'area veneta, 81% in quella friugiuliana), il 5% appartiene a realtà ecclesiastiche, la quota restante è di titolarità pubblica o mista (9% per Venezia, 14% per Trieste). Dalla fondazione nel 1979, fino ad oggi, l'Irvv ha promosso 1.900 interventi e finanziato 300 milioni di euro.
Chiusa la parentesi commissariale, ora toccherà al Cda guidato dall'ex rettore dello Iuav e composto pure da Ruggero Zigliotto e Paola Ghidoni, designati dal Veneto, nonché da Christian Giovanni Malinverni, indicato dall'associazione dei proprietari delle ville venete, in attesa che pure il Friuli Venezia Giulia nomini un proprio rappresentante. «Con l'autorevole guida del professor Restucci, il Consiglio di Amministrazione ha il difficile compito di rilanciare il ruolo e l'immagine di questi beni che speriamo tornino, quando si saranno attenuati i disastrosi effetti del Coronavirus, a essere quei luoghi di visita e di iniziative che hanno caratterizzato l'offerta culturale della nostra terra», commenta Cristiano Corazzari, assessore veneto alla Cultura, che ha partecipato alla seduta.
FERITA E CURA
La difficile congiuntura legata al distanziamento sociale ha toccato pure questi luoghi, usualmente scelti per visite ed eventi ma anche bisognosi di continue manutenzioni. «In questo particolare momento di crisi che sta colpendo anche i proprietari delle ville anticipa Restucci avvieremo concrete attività per far sentire la nostra vicinanza e il nostro sostegno a questo contesto, che rappresenta anche un significativo volano economico per il rilancio del territorio. Per questo abbiamo già accolto la richiesta delle associazioni dei proprietari, che hanno bisogno di dilazionare le rate dei mutui, facendoci garanti sulla base dei decreti che disciplinano le misure economiche».
Il patrimonio è ferito, ma una cura è possibile. «Le ville sono un simbolo della creatività, della vitalità, dell'identità del Veneto osserva Corazzari la cui storia è contraddistinta anche da molte lacerazioni e sofferenze dalle quali ha sempre saputo risollevarsi. E così sarà anche per questo complicato momento che stiamo vivendo: se è vero che la bellezza salverà il mondo, noi veneti contribuiremo in modo determinante a guarirlo. Nell'augurare buon lavoro, assicuro al nuovo Cda che avrà nella Regione un alleato attento e disponibile nell'attività di valorizzazione di questo patrimonio».
IL BILANCIO E L'ORGANICO
Analoga collaborazione verrà cercata anche con il Friuli Venezia Giulia. «Siamo già in contatto conferma Restucci così come intendiamo aprire un ragionamento con il ministero dei Beni Culturali, per capire se può farsi carico di un tassello così importante della cultura nazionale. Mi riferisco alle progettualità, ma pure al bilancio e all'organico, al momento fermi sul livello storico, che però inevitabilmente risente del periodo commissariale. Sulla base delle nuove e più articolate funzioni delineate dalla riforma della legge regionale, vogliamo sostenere il rilancio dell'Istituto e la promozione dei siti, a cominciare da quelli di proprietà regionale per continuare con quelli privati. Per me, professore di storia dell'architettura, questa è una sfida stimolante anche sul piano etico e civile».
IL LABORATORIO
Da questo punto di vista l'Irvv si propone come un laboratorio pure per le tecniche e le metodologie di restauro. «Pensiamo anche a dei corsi dedicati chiarisce Restucci a cui offriremo tutto il necessario supporto scientifico. Conservare adeguatamente le ville venete significa preservare anche il paesaggio circostante, com'era ai tempi di Palladio, che progettò le dimore della nobiltà inserendole in un contesto agricolo, coltivato e difeso. Quelle strutture diffuse hanno consolidato l'identità dei territori, che con sacrificio e abnegazione le hanno tutelate nei secoli, mantenendo vivi anche se stessi come vediamo nelle testimonianze della pittura veneta da Cima a Bellini. In questo senso pensiamo di poter dare un contributo anche alla redazione del piano paesaggistico regionale che è in gestazione in Veneto».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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