«Vi sparo come agli agenti a Trieste»

Sabato 23 Novembre 2019
«Vi sparo come agli agenti a Trieste»
IN STAZIONE
MESTRE Ha prima ha rapinato un minore facendosi aiutare da una dodicenne, poi ha rivolto ai poliziotti che l'avevano arrestato una minaccia da far gelare il sangue: «Vi rubo le pistole e vi sparo come ha fatto il colombiano a Trieste». Il riferimento, neanche troppo velato, è alla tragedia che un mese fa ha sconvolto la questura giuliana, quando Alejandro Augusto Stephan Meran (dominicano, a dire la verità) uccise sparando una ventina di colpi gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demengo.
LA RAPINA
Protagonista di questa giornata di follia un 18enne tunisino che, mercoledì, insieme a una ragazzina di 12 anni, residente a Padova, ha aggredito un 16enne mestrino. Il giovane, in stazione, ha avvicinato il ragazzo e gli ha rubato una banconota da 20 euro. Alle proteste della vittima, il 18enne nordafricano ha risposto che se avesse continuato lui gli avrebbe «tagliato la gola», per poi cacciarlo prendendolo a calci. In lacrime, e sotto choc, il 16enne è andato a denunciare l'episodio alla polizia ferroviaria. Gli agenti della polfer non ci hanno messo molto a rintracciarlo: l'identikit corrispondeva, infatti, a un ragazzo già noto alle forze dell'ordine per un precedente simile per cui era già stato condannato a luglio. I poliziotti sono riusciti, quindi, a prenderlo mentre tentava di confondersi tra passanti e pendolari e allontanarsi indisturbato.
Portato in ufficio per il riconoscimento e per le pratiche di rito, il giovane nordafricano ha fatto vedere fin dall'inizio di non essere intenzionato a collaborare. Dopo una sfuriata iniziale, il 18enne ha letteralmente scardinato la porta della sala d'attesa e rovinato alcuni mobili della stanza. A quel punto è scattato l'arresto e il trasferimento nelle camere di sicurezza della questura. Anche qui, però, non si è calmato.
«Se entrate vi rubo le pistole e vi sparo come ha fatto il colombiano di Trieste!», ha urlato contro gli agenti che si erano avvicinati per prelevarlo, per poi infliggersi delle ferite sul corpo.
Portato in tribunale, il giovane tunisino è stato condannato per direttissima a due anni di reclusione con pena sospesa e obbligo di firma. La ragazza, invece, ha prima dichiarato di avere 16 anni. Agli agenti, però, sembrava più giovane: piano piano, con il dialogo, sono riusciti a farsi dire la sua vera età: di anni, lei, ne aveva solo dodici. Rintracciati i genitori a Padova, sono stati convocati in questura a Santa Chiara. La ragazzina, minore di 14 anni, non è imputabile.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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