La parola d'ordine è non spaventare: Venom di suo non è proprio un eroe carino, con quel look total black dominato da zanne divorateste e muso slinguaggiuto che si impenna ogni volta che viene chiamato parassita. Se il Venom-fumetto deve spaventare, perché grandissimi poteri finiscono nelle mani di una persona sbandata e autodistruttiva, nel film di Ruben Fleischer tutto viene ripulito e civilizzato. Sprecato così Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock, reporter coraggioso che perde lavoro e fidanzata (Michelle Williams) perché ha pestato i piedi al potente di turno (Riz Ahmed). Un lungo prologo spiega personaggi, bidimensionali, contesto e sembionte che trova l'ospite compatibile nell'inizialmente spaventato Eddie, poi progressivamente sempre più a suo agio con Venom, quasi a formare con lui un unico individuo. Fleischer scommette soltanto su questa dualità: quando entra in scena Venom, per altro in super-ritardo, il film accelera e acquista un grammo di ritmo e ironia, sulla scia dei buddy movie, con due teste che litigano e collaborano per un fine comune. Ma siamo sempre dalle parti dei giochi per bambini: il resto è noia.(Chiara Pavan)
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