Venezia in chiaro, l'Ottocento tra Ciardi, Milesi e Favretto

Sabato 17 Novembre 2018
Venezia in chiaro, l'Ottocento tra Ciardi, Milesi e Favretto
LA MOSTRA
La storia dell'arte ha dovuto spesso rivedere le incomprensioni, i malintesi e le chiusure critiche manifestate nei confronti di movimenti che oggi appaiono invece chiaramente leggibili ed accattivanti. Come è avvenuto, nei primi anni del Novecento, per il rivoluzionario Cubismo di Picasso e Braque, il rumoroso Futurismo di Marinetti, e l'Astrattismo lirico di Kandinsky. Anche la pittura italiana dell'Ottocento, che a suo tempo ha riscosso non poco successo, è stata poi considerata, a parte qualche caso isolato, tra le espressioni meno importanti e significative nella storia dell'arte. Sembra allora che la mostra Venezia in Chiaro, a cura di Luisa Turchi e Stefano Cecchetto, a Palazzo Querini in Calle Lunga San Barnaba, abbia l'intenzione di una nuova lettura di rivalutazione della pittura a Venezia nell'Ottocento e agli inizi del Novecento.
OTTOCENTO RIVALUTATO
In questa prospettiva la mostra, che allinea opere di artisti storicamente molto noti, rivela comunque numerosi motivi di interesse perché documenta nel suo complesso una particolare scuola di pittura a Venezia, con diverse declinazioni formali che non a caso vengono proposte in sale tematiche. Nell'omaggio alla grande famiglia dei Ciardi, ad esempio, cioè Guglielmo e i figli Beppe ed Emma, il confronto della loro concezione del vedutismo consente di percepire chiaramente la maggiore modernità della pittura di Emma, spesso invece sottovalutata. Le due sale dedicate a scene della vita quotidiana, dove sono esposte opere, tra gli altri, di Giacomo Favretto, Alessandro Milesi e Luigi Nono, saranno probabilmente le più attrattive per i veneziani di oggi, forse per un processo di nostalgico rispecchiamento. Esemplare, a questo proposito, la fresca ed immediata visione animata del Campo Santa Margherita dipinta nel 1884 da Ettore Tito con leggeri ed espressivi tocchi di colore. Interessanti appaiono anche gli scorci e i particolari della città descritti con minuzioso realismo, come si vede ad esempio in Ingresso di una casa patrizia di Giacomo Favretto.
IL RAPPORTO CON LA LAGUNA
Anche il rapporto con la laguna ha inevitabilmente una grande importanza ispirativa ed emotiva per i pittori veneziani dell'Ottocento che ne danno una descrizione che potrebbe essere definita di naturalismo lirico. Come appare evidente nella veduta Quiete in laguna, dipinta negli ultimi anni del secolo da Guglielmo Ciardi, restituendo una ferma e sospesa atmosfera incantata del paesaggio. Ne risulta infine una mostra (aperta fino al 13 gennaio 2019), formalmente accattivante e godibile, che documenta un particolare momento storico dell'arte a Venezia, che è giusto rivedere oggi con una occhiata nuova ed aggiornata, nella quale è naturalmente il sentimento del colore, ancora una volta, ad essere l'assoluto protagonista.
Enzo Di Martino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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