LA SCHEDA
Un progetto di ricerca europeo, che coinvolge 33 partner tra università, centri di ricerca e imprese alimentari di 21 paesi, per cercare nuovi alimenti ad alto valore proteico partendo da vegetali, funghi e scarti della lavorazione alimentare. Il progetto si chiama Smart Protein e punta anche a garantire sia la sostenibilità ambientale del processo che la sicurezza alimentare. L'obiettivo del progetto è garantire proteine a basso costo e ridotto impatto ambientale e sociale, per rispondere alla crescente domanda da parte di una popolazione mondiale in crescita e alla necessità di un uso delle risorse produttive più efficiente.
Il progetto Smart Protein è finanziato dalla Commissione Europea e si inserisce a pieno titolo nelle azioni previste dal Green New Deal europeo. Nuovi prototipi di alimenti saranno sviluppati a partire da legumi come fave, lenticchie, ceci e pseudocereali come la quinoa, con particolare attenzione al miglioramento della loro struttura e soprattutto del gusto e del sapore. I ricercatori indagheranno sulle procedure di estrazione di proteine a basso costo, sulla chimica delle proteine, struttura polimerica, comportamento fisico-chimico e sull'interazione proteine-proteine per massimizzare la funzionalità di queste e personalizzarne l'uso in alimenti e bevande. La strategia seguita dal progetto Smart Protein ha quattro priorità principali: nutrizione, sostenibilità, innovazione e fiducia e accettazione da parte dei consumatori. Queste priorità saranno affrontate attraverso partnership globali avviate con i membri del consorzio provenienti da Europa, Nord America, Israele, Tailandia e Nuova Zelanda.
A Bolzano tra l'altro è presente il Simulator of the Human Intestinal Microbial Ecosystem (Shime). È, a tutti gli effetti, uno stomaco artificiale. Riproduce i vari tratti del nostro apparato gastro-intestinale dallo stomaco al colon con un monitoraggio computerizzato. La sua utilità deriva dalla possibilità di eseguire, con sufficiente precisione, studi sulla composizione e funzionalità del microbioma intestinale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Un progetto di ricerca europeo, che coinvolge 33 partner tra università, centri di ricerca e imprese alimentari di 21 paesi, per cercare nuovi alimenti ad alto valore proteico partendo da vegetali, funghi e scarti della lavorazione alimentare. Il progetto si chiama Smart Protein e punta anche a garantire sia la sostenibilità ambientale del processo che la sicurezza alimentare. L'obiettivo del progetto è garantire proteine a basso costo e ridotto impatto ambientale e sociale, per rispondere alla crescente domanda da parte di una popolazione mondiale in crescita e alla necessità di un uso delle risorse produttive più efficiente.
Il progetto Smart Protein è finanziato dalla Commissione Europea e si inserisce a pieno titolo nelle azioni previste dal Green New Deal europeo. Nuovi prototipi di alimenti saranno sviluppati a partire da legumi come fave, lenticchie, ceci e pseudocereali come la quinoa, con particolare attenzione al miglioramento della loro struttura e soprattutto del gusto e del sapore. I ricercatori indagheranno sulle procedure di estrazione di proteine a basso costo, sulla chimica delle proteine, struttura polimerica, comportamento fisico-chimico e sull'interazione proteine-proteine per massimizzare la funzionalità di queste e personalizzarne l'uso in alimenti e bevande. La strategia seguita dal progetto Smart Protein ha quattro priorità principali: nutrizione, sostenibilità, innovazione e fiducia e accettazione da parte dei consumatori. Queste priorità saranno affrontate attraverso partnership globali avviate con i membri del consorzio provenienti da Europa, Nord America, Israele, Tailandia e Nuova Zelanda.
A Bolzano tra l'altro è presente il Simulator of the Human Intestinal Microbial Ecosystem (Shime). È, a tutti gli effetti, uno stomaco artificiale. Riproduce i vari tratti del nostro apparato gastro-intestinale dallo stomaco al colon con un monitoraggio computerizzato. La sua utilità deriva dalla possibilità di eseguire, con sufficiente precisione, studi sulla composizione e funzionalità del microbioma intestinale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA