Un triangolo giovanile tra mistero e fuoco

Venerdì 20 Settembre 2019
Un triangolo giovanile tra mistero e fuoco
Jong-su è un giovane che ama Faulkner, sogna di fare lo scrittore e intanto governa la vecchia fattoria di famiglia, lontana dal caos cittadino. La madre è fuggita da tempo, il papà è in carcere. In città incontra una vecchia amica d'infanzia, Hae-mi, la quale gli chiede di tenere a bada il suo gatto, essendo lei in partenza per un viaggio in Africa. Al ritorno Hae-mi presenta a Jong-su Ben, un ragazzo che fa parte dell'alta borghesia con auto e case di lusso.
Si può rimanere spiazzati davanti a un triangolo di vite dal movimento scompaginato di inafferrabilità generazionale, perché Lee Chang-dong, che molti ricorderanno per il notevole Poetry (2010), stavolta raccoglie un racconto breve di Murakami (Granai incendiati), lasciando che il rapporto tra i tre ragazzi, le ombre che lo governano, il mistero che lo accompagna, si adagi sul flusso del tempo, giocando sulle sospensioni e sul segreto: tra le tante sequenze magnifiche, imperdibili sono quelle al calar del sole in campagna, tra danze e dialoghi enigmatici.
Burning è un noir sottratto a ogni indicazione: impalpabile e meditativo. Se si cerca di afferrarlo, il regista accumula gesti, informazioni, conflittualità e legami, in quello spazio ibrido dove le Coree si fronteggiano (infatti arriva la propaganda del Nord, attraverso gli altoparlanti), ma al tempo sottrae gli ormeggi, gli elementi chiarificatori, le coordinate necessarie per comprendere definitivamente il quadro: il gatto, il pozzo, le telefonate silenziose, tutto evapora in una composizione fluida, dove ogni tassello resta aperto. Dialogando attraverso gli specchi che deformano le dicotomie città/campagna, povertà/ricchezza, Burning, distribuito dalla friulana Tucker, è un film che brucia nel vero senso della parola, che affascina attraverso battiti e sospiri, passatempi pericolosi, con un ritmo dilatato che potrebbe sembrare estenuante e che invece ha l'andatura rigorosa del pensiero che si fa immagine prima che testo, raccontando una gioventù disgregata, per sbocciare in un sorprendente finale, ovviamente infuocato. (adg)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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