Un tesoro a luci rosse per Pompei: l'amplesso di Leda con Zeus cigno

Martedì 20 Novembre 2018
Un tesoro a luci rosse per Pompei: l'amplesso di Leda con Zeus cigno
LA SCOPERTA
Bellissima e sensuale, il corpo statuario solo parzialmente coperto da un drappo dorato, la regina Leda sembra incrociare languida lo sguardo di chi la avvicina. Tra le gambe di lei, in una posa che non potrebbe essere più esplicita, c'è il potente Zeus che per possederla si è trasformato in un grande cigno bianco e che secondo il mito insieme con il marito Tindaro, re di Sparta, diventerà il padre dei suoi quattro figli, i gemelli Castore e Polluce, ma anche la bella Elena, nel cui nome si scatenerà la guerra di Troia, e Clitennestra, che diventeràa moglie di Agamennone.
Prezioso e conturbante, è un grande affresco ritrovato sulla parete di una piccola camera da letto, la nuova meraviglia restituita da Pompei. Un ritratto di donna dalle fattezze eccezionali come annuncia il direttore del parco Massimo Osanna, «unico e interessante proprio per questa sua iconografia, così esplicita e sensuale»: un'immagine che nella cittadina romana, che pure quel mito arrivato dalla Grecia lo conosceva bene, non si era mai vista. E il modello di riferimento sembra essere colto, la Leda del greco Timòteo, grande scultore del IV secolo avanti Cristo. Archeologi e restauratori la stanno ripulendo in queste ore, ma il miracolo ancora una volta è evidente, con la furia nera della lava che ha risparmiato in gran parte i magnifici colori del dipinto, lo sfondo rosso colore del vino, la gamma sapiente dei rosa che rende esplosiva la bellezza della modella, la gradazione di bianchi e cerulei del cigno, che la regina sembra voler proteggere allo sguardo di chi entra sollevando insieme al drappo d'oro una delle sue morbide braccia.
L'affresco, spiega Osanna, «è stato scoperto durante i lavori di riprofilatura dei fronti di scavo», uno dei progetti finanziati con fondi europei che si stanno portando avanti nella Regio V della cittadella romana. Appartiene a una casa affacciata sul lato orientale di via del Vesuvio. La stessa dimora, precisa, nell'ingresso della quale l'estate scorsa era stata ritrovato un Priapo nell'atto di pesarsi il fallo.
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