Un museo per la geografia

Martedì 3 Dicembre 2019
Un museo per la geografia
L'APERTURA
«Non volevamo creare una casa-museo, ma un museo che fosse casa». Le parole del conservatore Giovanni Donadelli esprimono il senso profondo del Museo di Geografia del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'antichità dell'Università di Padova, la prima casa - in realtà una magione antica, palazzo Wollemborg dove nacque l'illustre economista e statista, l'omonimo Leone - della geografia in Italia, e tra i primi del genere al mondo. Taglio del nastro ieri mattina per questo Museo dedicato a Giuseppe Morandini che raccoglie ed espone in originale o in consultazione digitale otto tra globi terrestri e celesti realizzati tra 1630 e 1910 e decine di atlanti pubblicati tra il XVIII e il XIX secolo; una collezione di plastici storici che con i suoi 27 esemplari è tra la più ricche d'Italia; circa 300 carte murali tra cui pregiate edizioni tedesche della metà del XIX secolo in perfetto stato conservativo, e poi 150 strumenti di misurazione, circa 20 mila tra stampe e lastre fotografiche e un importante fondo documentale.
ESPLORAZIONE E RACCONTO
Le sezioni - che rispecchiano lo slogan del Museo che recita Esplora, misura, racconta - invitano a tre percorsi di conoscenza attraverso la misurazione dei cambiamenti climatici, le esplorazioni di ieri e di oggi, il racconto dei luoghi attraverso le metafore. Particolare rilevanza all'interno del percorso viene data agli strumenti di misurazione utilizzati nelle ricerche sul clima e sui ghiacciai alpini nel corso degli ultimi 100 anni, al plastico delle Alpi Svizzere che doveva far parte di un gigantesco globo a scala 1:100.000 nell'Esposizione Universale di Parigi del 1900, alla preziosa riproduzione settecentesca del mappamondo borgiano del XV secolo. A questi pezzi storici si aggiunge il nuovo plastico della Marmolada, realizzato in California grazie alla donazione di Corvallis Spa con le ultime tecnologie di stampa 3D. Il patrimonio, che ha ricevuto sostegno anche da parte della Banca Patavina Credito Cooperativo di Sant´Elena e Piove di Sacco, è valorizzato dal punto di vista sonoro grazie alla Danza dell'Antropocene, una composizione realizzata ad hoc dal musicista padovano Giorgio Gobbo.
UN GRANDE PATRIMONIO
«Il Museo di Geografia di Padova - illustra il responsabile Mauro Varotto - valorizza un patrimonio che risale a una delle prime cattedre di geografia in Italia e a 150 anni di ricerca e didattica universitaria. Ma non si rivolge al passato, piuttosto guarda al futuro di una disciplina spesso bistrattata e insegnata male, ma utile a capire i grandi cambiamenti del mondo contemporaneo e il significato dei luoghi in cui viviamo. La geografia non serve solo a mandare a memoria fiumi, monti e capitali anche se non guasta, ma a capire da dove proviene ciò che mangiamo a colazione, perché migliaia di persone fuggono dal lago Chad e arrivano nelle nostre periferie o quando scomparirà il ghiacciaio della Marmolada. Le sale del Museo - argomenta Varotto - dedicate alla misura del clima, all'esplorazione, al racconto dei luoghi non ne esauriscono l'azione: sarà promotore di iniziative di ricerca partecipata, laboratori didattici creativi e iniziative di sensibilizzazione pubblica su temi geografici di grande attualità». Il Museo costato ben un decennio di lavoro e perno della terza missione universitaria, coniugando ricerca, didattica e public engagement, come ama ricordare Gianluigi Baldo, direttore del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'antichità, intende rilanciare l'attualità di uno dei saperi più antichi del mondo, invitando il visitatore a superare il pregiudizio di una disciplina arida per abbracciare un'idea di geografia rinnovata e accattivante, capace di dare senso alla complessità del mondo in cui viviamo ed esprimere la propria responsabilità ambientale e sociale. E fin dall'ingresso, riprendendo una frase di Antoine de Saint Exupery, avverte: «È molto raro che una montagna cambi di posto o che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo cose eterne».
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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