Truffa auto, prime condanne

Mercoledì 4 Novembre 2020
Truffa auto, prime condanne
CHIOGGIA
Tre condanne e un'assoluzione piena. Finisce con una sentenza articolata la prima tranche del processo per la maxi-truffa delle auto di lusso, che sarebbe stata messa a segno attraverso l'autosalone Ok auto di Chioggia, tra il 2018 e l'inizio del 2019. Svariate decine gli acquirenti che, dopo aver versato anticipi anche sostanziosi, non hanno poi mai ricevuto la vettura ordinata, per un danno complessivo stimato in circa 900mila euro. A processo, per questi fatti, sono finiti in 17.
LA PRIMA SENTENZA
Ieri sono stati giudicati i primi quattro che hanno scelto la strada del rito abbreviato, davanti al gup, Andrea Battistuzzi. Si tratta di Ilda Pignataro, di Jesolo, e Mario Zanchetta, di San Donà, accusati entrambi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa; nonché di Salvatore Angelica, di Stra, e Marco Bortoluzzi, di Spresiano (Treviso), chiamati a rispondere di riciclaggio per aver ricevuto nei propri conti correnti parte delle somme provento delle truffe. Nella precedente udienza il pm Patrizia Ciccarese aveva concluso la sua requisitoria, chiedendo quattro condanne, tra i 5 e i 4 anni per i due imputati di associazione, attorno ai 3 per gli altri due.
Ma ieri il giudice non ha riconosciuto il reato di associazione, accogliendo in parte le richieste del difensore, l'avvocato Guido Galletti. Zanchetta è stato condannato a 3 anni e 8 mesi solo per la truffa. Mentre Pignataro, che era uscita dalla società dell'autosalone prima delle operazioni contestate, è stata assolta dall'associazione perché il fatto non sussiste e dalla truffa per non aver commesso il fatto. Condannati invece per riciclaggio Angelica, a 2 anni, e Bortoluzzi, a un anno e 10 mesi. Il giudice Battistuzzi ha anche disposto la condanna di Zanchetta a risarcire le parti civili, fissano una provvisionale per ciascuno dei 44 ex clienti dell'autosalone che avevano versato un anticipo per un'auto mai arrivata e ora si sono costituiti parte civile. Si tratta di somme varie, che arrivano anche a 25mila euro.
IL FILONE PRINCIPALE
Un primo punto fermo, questa sentenza, in attesa di quella del filone principale del processo che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Venezia. Ovviamente, se in quella sede anche altri imputati saranno condannati al risarcimento delle parti civili, il pagamento avverrà in solido, cioè sarà diviso tra i condannati. La prossima udienza è fissata per febbraio.
Secondo la ricostruzione della Procura, sfruttando il nome dell'autosalone, sarebbe stato organizzato un sistema articolato per ingannare gli ignari acquirenti. Allo scopo, l'amministratore della Ok auto avrebbe creato anche un'apposita agenzia, sempre a Chioggia, che si occupava di predisporre la documentazione per l'immatricolazione delle vetture inesistenti. Così i malcapitati clienti versavano tranquillamente gli anticipi, salvo poi trovarsi con nulla in mano.
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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