Troppi incarichi, nei guai Oliviero Leo

Sabato 27 Febbraio 2021
Troppi incarichi, nei guai Oliviero Leo
SAN DONÀ
Medico legale, dentista, consulente per le visite per la patente, medico per il lavoro. Un professionista a 360 gradi nel suo campo e nel settore privato. Il problema però è che Oliviero Leo, 66 anni, residente a Padova (dove in via Armistizio ha anche il suo studio dentistico) che in passato era stato anche assessore e vicesindaco a San Donà, è anche un medico di base. Il classico dottore, quello a cui rivolgersi in prima battuta per ricette e diagnosi per non rischiare di intasare ulteriormente le sale d'attesa dei pronto soccorso, per la legge, non può dedicare più di cinque ore a settimana all'attività privata: secondo la guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria di Venezia, però, quel limite veniva abbondantemente superato dal 66enne. Morale: Leo al momento è indagato per false dichiarazioni e truffa.
E non è tutto: la finanza ieri ha eseguito un sequestro preventivo disposto dalla procura per oltre mezzo milione di euro. Il perché di quella cifra è presto spiegato: è quanto, secondo gli inquirenti, Leo avrebbe guadagnato come medico della mutua dal 2014 al 2019, il periodo finito appunto sotto inchiesta. Stipendio che, date le attività private parallele ampiamente sopra le righe, avrebbe percepito indebitamente.
LE SEGNALAZIONI
A San Donà che Leo fosse uno stakanovista della medicina lo sapevano un po' tutti. A San Donà ma anche a Cavallino, dove aveva il suo studio medico. Lavoratore indefesso, ma non ubiquo: le sue continue assenze in ambulatorio e il perpetuo ricorso a sostituti aveva infastidito più di qualche suo paziente. Ai malumori, sono seguite le segnalazioni alle fiamme gialle, che hanno iniziato quindi a indagare.
Gli investigatori della guardia di finanza sono riusciti ad acquisire materiale più che sufficiente a convincere il pubblico ministero a intervenire con un sequestro preventivo (destinato peraltro alla confisca). Stando ai rilievi dei militari, l'attività privata del 66enne sarebbe andata ben oltre il classico arrotondamento: come attestato infatti Leo lavorava come medico legale, forniva consulenze come medico per il lavoro e partecipava alle visite per il conseguimento della patente. Laureato in chirurgia, specializzato in Ortognatodonzia, esercitava ancora anche da dentista.
La normativa al riguardo prevede che un medico di base abbia una riduzione di 37,5 pazienti a ogni ora settimanale dedicata all'attività privata (con un massimo di 5). Secondo gli investigatori è impossibile che il 66enne potesse assolvere tutte quelle mansioni in sole cinque ore settimanali: l'accusa è quindi di aver sottratto tempo prezioso alle ore pagate da Ulss 3 e Ulss 4.
LE ACCUSE
E qui viene il problema. Perché per la procura il medico avrebbe omesso di dichiarare agli enti di competenza le reali ore di lavoro privato, forse al fine di non subire il ridimensionamento previsto del massimale degli assistito. Preso atto che la sua era un'attività a tempo pieno «ben strutturato», la finanza ha chiesto e ottenuto dal tribunale appunto che si procedesse a congelare la somma di 540mila euro da due conti dell'uomo.
Cercato al telefono per un commento sulle accuse, ieri, l'ex assessore Leo non ha mai risposto.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci