TOKYO
La conferma era nell'aria. D'altra parte, alla vigilia di un cambiamento

Martedì 20 Febbraio 2018
TOKYO
La conferma era nell'aria. D'altra parte, alla vigilia di un cambiamento epocale per il mondo dell'auto, non è affatto facile trovare i successori di formidabili top manager che negli ultimi anni hanno creato e plasmato giganti prima inesistenti.
Così, su suggerimento del Comitato nomine e governace, il board del gruppo Renault ha deciso di rinnovare il mandato al numero uno Carlos Ghosn che guida anche l'alleanza della casa francese con Nissan e Mitsubishi (RNM), un colosso diventato proprio lo scorso anno il più grande produttore di vetture al mondo. Pare che la presenza di Ghosn sia stata ritenuta indispensabile per raggiungere gli obiettivi del piano Drive the Future in scadenza nel 2022, per rendere irreversibile l'Alleanza stessa e preparare ancora meglio la successione. La mossa dovrà essere approvata dall'assemblea degli azionisti in programma il 15 giugno ma, come sempre avviene in questi casi, il passaggio appare formale.
Oltre due anni e mezzo fa Ghosn ha affidato ad un italiano responsabilità di straordinaria importanza in casa Nissan, la gamba di gran lunga più globale e robusta della triplice RNM. Nel quartier generale di Yokohama nell'area della grande Tokyo Daniele Schillaci è dal luglio del 2015 Vice President per vendite e marketing, ma in seguito è stato incaricato di guidare pure la divisione dei veicoli ad emissioni zero con il relativo business delle batterie e la region Giappone-Asia-Oceania.
Dottor Schillaci tanto lavoro da fare, cosa la impegna di più?
«Scherzando i colleghi mi chiamano mister Intelligent Mobility, la visione che abbiamo definito per accompagnare l'azienda in questa fase di grandi cambiamenti e sulla quale vogliamo essere sempre allineati: ogni cosa deve essere pensata e fatta in questa direzione».
Cosa vuol dire esattamente?
«Che per muovere le persone verso un mondo migliore le vetture dovranno essere sempre più intelligenti, elettriche e connesse, una filosofia perfettamente coerente con il posizionamento del brand Innovation that excites perché la guida autonoma e l'azzeramento delle emissioni cambieranno la relazione fra veicoli e driver, la renderanno più entusiasmante, consentendo di godersi maggiormente il viaggio».
Per primi avete parlato di guida autonoma, come stanno attualmente le cose?
«Come per le auto elettriche il futuro è già qui. I clienti che ci chiedono queste tecnologie sono in crescita e bisogna gestire il presente preparando il domani che ci riserverà sorprese difficili da immaginare. La tecnologia ProPILOT attualmente disponibile muove un passo significativo sulla strada dell'intelligenza».
Cosa garantisce il ProPILOT, su quali modelli si può avere?
«I veicoli che ne sono dotati in autostrada guidano autonomamente sulla singola corsia, aumenta il livello di sicurezza e si riduce lo stress, gli spostamenti diventano più confortevoli e sereni. È un dispositivo molto intuitivo che si usa facilmente, il primo step di NIM verso la guida autonoma. In Giappone è già disponibile su Note e Serena, in America sulla Rogue, in Italia si può avere sulla nuova Leaf e presto anche sul Qashqai. Abbiamo già venduto oltre 75 mila veicoli con tecnologia ProPILOT e i clienti sono molto soddisfatti».
Dove ci porterà questo affascinante percorso?
«Numerose innovazioni che renderanno chi guida più tranquillo sono già programmate e arriveranno man mano, ma guardiamo oltre e al Ces di Las Vegas abbiamo mostrato la rivoluzionaria tecnologia Brain-to-Vehicle (B2V): attraverso un casco wireless dotato di sensori l'intelligenza artificiale che consente di leggere le intenzioni del guidatore e di anticiparne le mosse aumentando comfort e sicurezza».
Addio piacere di guida.
«Esattamente il contrario. L'auto prende indicazioni dai segnali del nostro cervello, anticipa le manovre, ma fa quello che noi vogliamo, quindi rende la guida ancora più emozionante e godibile. Realizza i desideri. NIM è una visione strategica, le nostre auto ecologiche sono, e sempre più saranno, non solo delle semplici EV».
Qualche esempio'
«La nuova Leaf dà segnali forti in questa direzione, ma ancora di più l'abbiamo mostrato sul concept IMx esposto al salone di Tokyo. I veicoli zero emission saranno estremamente interessanti da guidare, avranno performance rilevanti e un comportamento molto dinamico».
Cosa ha di tanto all'avanguardia IMx?
«Il concept è un crossover 100% elettrico, segue le più avanzate tendenze di design ed ha guida completamente autonoma; l'aspetto più innovativo, però, è che lascia all'utilizzatore la possibilità di scegliere».
Cioè? Ci spieghi meglio.
«L'azzeramento delle emissioni è noto a tutti, ma una delle caratteristiche ancora poco evidenti delle vetture a batterie è la sportività: presto sapranno essere molto performanti, molto più di quelle attuali. IMx è dotato di due propulsori da 160 kW ciascuno, una potenza di oltre 430 cv, ha un'eccezionale coppia sempre disponibile di 700 Nm e la trazione integrale. Facile immaginare il piacere di guida che può trasmettere. Sarà il cliente a decidere se far fare tutto al crossover e rilassarsi o impugnare il volante lui».
Altri vantaggi?
«Sa accompagnarti all'aeroporto e andare a parcheggiare da solo ricaricandosi od offrendo energia alla rete. Quando torni ti viene a prendere».
Che autonomia ha?
«Oltre seicento chilometri».
Ha le batterie solide?
«IMx nasce su una piattaforma tutta nuova, pensata per gli EV. Nel campo delle batterie stiamo valutando numerose opzioni, collaboriamo anche con università e centri ricerche. Gli accumulatori solidi sono una possibilità, ma anche quelli attuali al litio hanno ampi margini di sviluppo: presto arriveranno versioni con densità molto più elevata, anche doppia, e più velocità di ricarica».
Resta quindi da risolvere il problema dei costi.
«L'auto elettrica ha potenzialità così elevate che nel tempo sarà migliore di quella con motore termico in tutti gli aspetti. Anche i prezzi delle batterie scenderanno, le ipotesi in cui le curve dei costi delle due tecnologie si incroceranno è datata intorno al 2025: a quel punto le vetture EV saranno anche più accessibili di quelle tradizionali».
La nuova Leaf è in linea con questa tabella di marcia?
«Siamo molto soddisfatti, in Giappone nel primo mese di vendite abbiamo ricevuto più richieste di quanto prima avveniva in sei mesi. A livello globale abbiamo già raccolto decine di migliaia di ordini. La prima generazione, in ogni caso, è stata un modello fondamentale; la Leaf ha già conquistato oltre 300 mila clienti, è il simbolo della nostra leadership nel settore. L'auto elettrica sarà anche sportiva, al salone giapponese abbiamo svelato il concept della versione Nismo».
È per questo che avete deciso di entrare in Formula E?
«La sportività è nel nostro Dna, la GT-R è l'esempio. Senza dubbio i veicoli ad emissioni zero accelerano rapidamente e sono molto agili. Siamo orgogliosi di essere il primo marchio giapponese a prendere parte a questo campionato in grande espansione portando la nostra storia di successi nell'innovazione e nel motorsport. La FE per noi rappresenta una piattaforma globale per promuovere la strategia NIM e una nuova generazione di tifosi».
Tutti questi cambiamenti renderanno la mobilità più sostenibile, ma anche l'industria più snella. Non si rischia di perdere posti di lavoro?
«Le vetture a emissioni zero soddisfano tutti; quando anche i clienti sono convinti, non c'è più ragione di ostinarsi su una tecnologia che è stata utilizzata per tanti anni. Se un settore si trasforma cambia anche il tipo di lavoro, ma è un processo che verrà gestito. Questa è l'evoluzione e non si può andare contro il progresso. Io mi sento molto fortunato a lavorare in un settore così importante che è stato a lungo stabile e ora è in una fase di grande trasformazione».
Giorgio Ursicino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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