Tempesta maledetta, noir a Venezia tra pestilenze e arte

Giovedì 16 Luglio 2020
IL LIBRO
Prendete una delle tele considerate tra le più misteriose e intriganti del Rinascimento veneziano, La Tempesta di Giorgione, unitevi passione e dramma amoroso, concedetevi di fantasticare un po' sulle ultime ore del grande pittore, morto di peste a Venezia nel 1510. Aggiungetevi la pandemia da Coronavirus che sta sconvolgendo il mondo, rincarate la dose con un furto da film alle Gallerie dell'Accademia e una manciata di delitti. Animate la scena con un affascinante detective e con un gruppo di galleristi e collezionisti senza scrupoli che si muovono nel mondo dell'arte, sparsi tra Venezia, Londra e New York, ed eccovi Tempesta maledetta (in uscita per Newton Compton editori).
LA SCRITTRICE INGLESE
Ultimo lavoro della scrittrice inglese Alex Connor, che ha dato prova di non essersi affatto annoiata in questi mesi di lockdown. Quasi un instant book il suo, che trasferisce il mondo covid con le sue paure, i suoi distanziamenti sociali e l'incubo dei contagi, diritto in un giallo dai molti colpi di scena. Con Venezia come punto di partenza e punto d'arrivo. Perché è tra calli e campielli, resi desolati dall'emergenza coronavirus, che l'intricata vicenda inizia e si dipana.
Con questo suo ultimo romanzo Connor, anche pittrice (Caravaggio e Artemisia Gentileschi sono stati i miei eroi fin dall'infanzia, ha ricordato), continua nel filone che le è più congeniale, quello del thriller cospirativo ambientato nel mondo dell'arte, con incursioni nel romanzo storico - tra i suoi titoli, Cospirazione Caravaggio, best seller uscito nel 2016, una trilogia sempre su Caravaggio e poi Goya Enigma e I Lupi di Venezia.
I SALTI TEMPORALI
Con salti temporali al passaggio da un capitolo all'altro, il lettore si trova dunque catapultato nella Venezia del 1510 per seguire gli ipotetici ultimi giorni di vita di Giorgione, che Connor ci mostra in fuga attraverso una città descritta con tinte fosche, al limite dell'horror. Città che si nutre di segreti e sotterfugi e che sta diventando un manicomio, isole di dannati e di pazzi. Con cani rabbiosi e affamati che in branchi si aggirano ovunque, pronti ad aggredire morti, moribondi e vivi. Invece nella Venezia del 2020 abitata dal coronavirus niente cani feroci, ma una figura celata da una maschera bianca priva di espressione (la Morte in persona?) che si manifesta per annunciare assassinii e contagi. «Venezia adesso alla deriva come un vascello rotto... E gli opportunisti sfidando il virus si introducevano nelle case di quelli che erano morti e sgraffignavano i loro averi, vendendoli online senza preoccuparsi che potessero diffondere la malattia». Capitolo dopo capitolo, mentre il thriller si dipana, le tinte si accendono, si sconfina nel distopico e la fantasia supera la realtà.
Giulietta Raccanelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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