TEATRO
«Non ho mai amato le operazioni estetizzanti. In teatro ho sempre

Mercoledì 18 Settembre 2019
TEATRO
«Non ho mai amato le operazioni estetizzanti. In teatro ho sempre trovato più interessante partire dalle idee, più che dalle forme». Giancarlo Marinelli sintetizza in poche battute la cifra fondamentale del 72. Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, che dal 19 settembre al 27 ottobre propone un programma quasi integralmente composto di produzioni concepite dagli autori appositamente per lo spazio palladiano e presentate a Vicenza in prima assoluta (info tel. 0444 324442 - www.tcvi.it). Trapasso del divino Sotto il titolo Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani il direttore artistico intende porre al centro della scena una duplice visione della classicità: da un lato l'aspetto rivoluzionario degli eroi greci nella tragedia e l'essere giovani come eterna condizione del teatro, dall'altro l'importanza di uno spazio prezioso come l'Olimpico.
NELL'OLIMPO
«Quello che avevo in mente - chiarisce il regista - era il racconto del cambio di rapporto con gli dei in quel passaggio dalla tragedia alla commedia nella letteratura classica. La transizione dal gioco al massacro con gli dei e poi l'abbandono del divino, oltraggiato, a cui i personaggi vogliono sostituirsi sembra utile per leggere il contemporaneo. Oggi si confrontano culture che incarnano l'assenza di Dio e altre che lo portano all'eccesso». Marinelli legge dunque questa linea attraverso il programma. Si incomincia con Socrate e Adriano, uomini che ancora pongono se stessi nella relazione con la divinità classica, mentre poi due donne - Ecuba e Medea - accompagnano il superamento con gesti traumatici.
GIOVANI SPETTATORI
Il direttore dichiara esplicitamente un'attenzione speciale per i giovani. «Abbiamo cercato di lavorare a un programma che potesse abbassare l'età media degli spettatori - spiega - Anche per questo abbiamo coinvolto una compagnia di ragazzi che racconti Medea e Sofocle ad altri ragazzi. A giudicare dal successo di scuole e giovani che hanno colto la nostra proposta, forse la direzione è quella giusta». Secondo Marinelli il dialogo tra giovani e Classici è pienamente aperto anche nel contemporaneo. «Mi son posto la domanda e ho scoperto che molti ragazzi conoscono Socrate o Medea, Edipo o Elettra, magari per l'uso degli archetipi greci nelle analisi giornalistiche, ma poi anche testi meno battuti come Le Troiane. Se poi consideriamo che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni ai laboratori per studenti e che dalle scuole sono già arrivate centinaia di prenotazioni, credo che il dialogo tra giovani e classici sia pienamente aperto. Pontiggia aveva ragione: i classici sono sempre più attuali di noi».
LA DRAMMATURGIA
Replicando a qualche critica di sovranismo per un festival essenzialmente italiano, Marinelli dichiara di non aver voluto registi o attori guest star, ma di aver messo al centro la drammaturgia e dunque di considerare la drammaturga irlandese Marina Carr (con la sua riscrittura di Ecuba' e come curatrice di un laboratorio) l'ospite internazionale. Intanto in apertura un evento speciale: Frammenti di Memorie di Adriano firmato da Maurizio Scaparro, in collaborazione con Ferdinando Ceriani, con Pino Micol nel ruolo che fu dell'ultimo imperatore del teatro italiano, Giorgio Albertazzi. In scena ci sono anche i musicisti Arnaldo Vacca e Cristiano Califano e il danzatore Federico Ruiz nel ruolo di Antinoo.
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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