TEATRO
La visionarietà di Andrea Zanzotto incrocia quella di Federico Fellini,

Sabato 24 Luglio 2021
TEATRO La visionarietà di Andrea Zanzotto incrocia quella di Federico Fellini,
TEATRO
La visionarietà di Andrea Zanzotto incrocia quella di Federico Fellini, in occasione del film dedicato a Casanova. Il regista chiede al poeta di Pieve di Soligo dei versi per la scena iniziale che vede una grande testa di donna emergere per poi sprofondare nella laguna. Servono parole antiche, forse iniziatiche, e da lì parte una riflessione lirica sulla lingua e sul tempo. Muove da questa suggestione Caro Andrea di Sandro Buzzatti, un omaggio a Filò di Zanzotto prodotto in occasione del centenario della nascita. Lo spettacolo in scena questa sera a Riese Pio X nel programma di Centorizzonti 2021 curato da Echidna (info 371.1926476 - www.echidnacultura.it) è una messinscena fatta di voci, suoni, musiche e parole dove domina il rispetto per il testo e i tempi della poesia del grande autore. Un lavoro diretto da Sandra Mangini e affidato alla voce narrante dello stesso Buzzati e con lui al coro Le Cicale diretto da Giuseppina Casarin.
LO SPETTACOLO
L'opera di Zanzotto va oltre il compito indicato da Fellini e restituisce due quadri poetici di grande potenza evocativa, in cui si saldano miti profondi e sperimentazione formale, ma è il terzo quadro a dare voce al pensiero del poeta: una parola che è avvenimento concreto, che riflette su di sé e sull'uomo. Il primo componimento è Recitativo Veneziano, un rituale, dedicato a Retia sanatrice tessitrice, scritto in un linguaggio veneziano immaginifico. Viene proposto sulla drammaturgia sonora di Antonella Talamonti. Il secondo, che riguarda la scena della Gigantessa bambina di origine veneta, è Cantilena Londinese, filastrocca sensuale, infantile e dolente, nel linguaggio petèl. Anche questa scena prende la forma di una visione onirica di una divinità femminile, accompagnata dalla musica di Giuseppina Casarin. Turbato da questa esperienza compositiva, Zanzotto ha avuto bisogno di scrivere un terzo componimento, in cui prende la parola in prima persona. È Filò, discorso in lingua madre intimo come un soliloquio, ma rivolto a ciascuno di noi, accostato in scena al paesaggio sonoro di Paolo Pax Calzavara. «Nell'anno in cui il terremoto distrusse per due volte il Friuli scrive Sandra Mangini - Zanzotto interroga la Terra, parla con la Dia, guardandola negli occhi, in un coraggioso viaggio interiore nel Mistero dell'esistenza. La protagonista di questa scena è la Parola, nella sua nuda, cristallina luminosità». Sandro Buzzatti attraversa con semplicità e sapienza la complessità fulminante della parola di Zanzotto. «Ora più che mai l'opera poetica di Andrea Zanzotto è viva e continua a manifestarsi colmando il vuoto della sua mancanza per chiamarci sempre ad un fare etico osserva l'artista bellunese - Ecco che ritroviamo la straordinaria energia della sua parola»
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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