TEATRO
«La prima volta che ho letto La bancarotta di Vitaliano Trevisan

Venerdì 15 Novembre 2019
TEATRO
«La prima volta che ho letto La bancarotta di Vitaliano Trevisan ho pensato che questo fosse un testo necessario, che fosse necessario rappresentarlo». Natalino Balasso sintetizza in poche battute la scelta di esser coinvolto nella produzione dello Stabile di Bolzano, che lo vede protagonista nei panni del mercante in bancarotta Pantalone de' Bisognosi, in scena con Fulvio Falzarano, Massimo Verdastro, Marta Dalla Via, Denis Fasolo, Carla Manzon, Celeste Gugliandolo, Raffaele Musella e Giuseppe Aceto. Lo spettacolo, diretto da Serena Sinigaglia, inaugura questa sera la stagione del Teatro Civico di Schio (www.teatrocivicoschio.it) e, dopo alcune date in Trentino, è in programmazione il 6 dicembre al Villa dei Leoni di Mira, il 7 al Verdi di Pordenone e il 10 all'Accademia di Conegliano.
RILETTURA CONTEMPORANEA
Mantenendo il titolo, nella rosa dei vizi che portano il piccolo imprenditore di oggi al fallimento Trevisan sostituisce il gioco con la cocaina, una specie di fluidificante per ogni tipo di rapporto umano, uno strumento multiuso: personale, sociale, politico. Se però nella commedia di Goldoni l'unità e la moralità della famiglia risulterebbero importanti per la buona gestione della bottega, nella rilettura «si trasforma in un avvertimento sarcastico, utile nell'Italia familistica di oggi: stare in una famiglia importante è la chiave del successo personale si legge nella presentazione del lavoro -La dissolutezza del Settecento veneziano si moltiplica e dilaga nell'Italia degli anni Duemila: non c'è più argine, non c'è nemmeno un'idea (ipocrita quanto si voglia) di decoro». E in questo guazzabuglio amorale la satira di Trevisan si annuncia più spietata e forse più comica del solito.
TRAGICOMICO
Alla sua seconda regia per lo Stabile bolzanino, Serena Sinigaglia ha saputo valorizzare la vitalità e il sarcasmo della commedia. «La presenza di un grande autore sta nella sua capacità di racchiudere dentro le storie e le parole il lato tragicomico dell'esistenza umana - afferma - Tutti gli autori da sempre considerati immensi presentano questo tipo di caratteristica. Sono profondi e lievi al tempo stesso». In effetti La bancarotta di Goldoni è un testo che sa essere di una modernità spiazzante, giocando sui ruoli sociali e sulle dinamiche paradossali di una città/civiltà che ha rinunciato ai propri valori.
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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