Targhe da diporto, il caos della convalida

Giovedì 21 Settembre 2017
Convalida delle targhe dei natanti, il 30 settembre scade la proroga della proroga.
In realtà chi possiede una barca con motore superiore ai 10 cavalli doveva essere già in regola con il contrassegno. Ma poichè non è stata data abbastanza pubblicità dell'obbligo che riguarda circa 60mila diportisti e soprattutto l'ambito è ricco di lacune normative (Venezia è l'unica area in Italia ad aver reso obbligatorio il contrassegno identificativo) la Regione aveva deciso una proroga prima al 30 settembre 2016, poi ha ulteriormente scaglionato i ritardatari in tre tranche: fino alla targa numero 18000 la scadenza è indicata al 30 settembre di quest'anno, fino alla 36000 al prossimo, le successive avranno tempo fino al 2019. In caso di mancata convalida la targa verrà considerata scaduta e non più impiegabile.
A marzo di quest'anno, però, solo 5.500 utenti si erano messi in regola del primo scaglione, cioè meno di un terzo. L'idea era quella di portare a un'unica data di scadenza, cioè il 2027, la validità delle targhe, che d'ora innanzi dovrebbero durare 8 anni. E il popolo dei diportisti è in fermento, in primis per il fatto che la Regione aveva previsto uno sportello telematico per consentire ai cittadini di assolvere autonomamente online gli adempimenti sui contrassegni. Piattaforma ancora non messa a punto, quindi con l'obbligo di rivolgersi agli uffici di Sistemi territoriali, come sottolinea Mirco Bodi, uno dei portavoce del gruppo Diportisti della Laguna veneta. Che evidenzia anche la disparità di trattamento tra coloro che hanno rinnovato il contrassegno: alcuni hanno ricevuto un badge che dura 4 anni, altri 8.
Ma Bodi mette in luce la necessità di rivedere tutta la normativa, in particolare per la facilità con cui le targhe possono essere contraffatte. Trattandosi di plastica da applicare alla barca, senza una garanzia come per le auto - con targhe stampate dalla Zecca di Stato è capitato che qualcuno abbia approfittato e si sia stampato un numero che si riferisce magari ad altra imbarcazione. E poichè le violazioni della navigazione vengono spesso rilevate a distanza e non immediatamente contestate manca il riscontro tra il proprietario della barca e l'identità del responsabile dell'infrazione. «È capitato che una persona abbia preso una multa in Canale dell'Orfano senza esserci mai passato, e abbia collezionato cinque di queste inftazioni racconta Bodi che illustra la difficoltà di dimostrare il fatto che una barca non ti appartiene perchè manca un'anagrafe. E il contrassegno è riferito alla persona e non segue le vicende dell'imbarcazione. Invece il disposto regionale prevede che a ogni targa corrisponda una sola barca.
Bodi invita dunque la Regione a concedere l'ennesima proroga ma soprattutto a dar corso a un serio approfondimento sulla vicenda offrendo l'esperienza di un gruppo che conta oltre 7000 membri.
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