Tamaro: «Mi è tornata la febbre di scrivere»

Lunedì 21 Settembre 2020
IL FESTIVAL
PORDENONE È un'anteprima internazionale quella di Susanna Tamaro a Pordenonelegge: «E sarà anche l'unica», dice l'autrice triestina. Che l'11 dicembre del 2019 aveva già annunciato il ritiro dalla vita pubblica: «Mi servivano almeno due anni di calma, avevo bisogno di isolamento e solitudine per scrivere». Insomma una clausura sociale presa in anticipo sul lockdown: «Di fatto si era rivelata la scelta migliore, perché pochi giorni dopo questa decisione, ho iniziato a scrivere come in uno stato di febbre, dovevo scrivere proprio per necessità».
Nasce così Una grande storia d'amore (Solferino), un romanzo che ha tutte le intenzione di affrontare in modo verticale i sentimenti. L'amore è sempre stato un tema dell'autrice triestina, nel nuovo romanzo indaga ancora di più i rapporti tra uomo e donna: «Mi è piaciuto lavorare sul maschile e sul femminile perché siamo molto diversi». Il libro è una lunga lettera d'amore del protagonista maschile, Andrea, molto lontano per formazione dalla donna di cui si è innamorato. «Non è un romanzo consolatorio», dice «affronto il sentimento con tutta la fatica che comporta».
VOCE NARRANTE
Andrea è la voce narrante, un uomo di rigida educazione e con orizzonti precisi. Edith è una ragazza affascinante, ma anche molto inquieta e tuttavia scoppia la passione». Tamaro ha anche aperto una parentesi sulle sue passioni, sul passato, in una Trieste dove ultimamente ritorna spesso: «Invecchiando ho più bisogno del mare», dice.
Scopriamo anche quanto, oltre gli animali, le piante e le arti marziali, Susanna Tamaro sia un'appassionata di biciclette che in genere raccoglie dai cassonetti e restaura: «Non porto a casa solo cani abbandonati, ma anche le biciclette malandate che in genere le persone abbandonano».
LO SCOPRITORE
Ricorda anche il suo scopritore, lo scrittore Giorgio Voghera, a cui portò i suoi primi scritti al Caffè San Marco, gli ultimi spicchi di una Trieste mitteleuropea: «Tutto è partito da lì, Voghera fu il primo a intuire il mio talento». Tornando a Una grande storia d'amore, il rapporto di coppia è al centro del racconto: «Penso che la letteratura sia l'unica possibilità per capire il nostro cuore, perché l'arte appunto è la sola che ci insegna a cambiare prospettiva sul mondo e sulle persone». Ma attenzione, il romanzo non contempla romanticismi e consolazioni spicciole: «Anzi, credo che i sentimentalismi siano una delle paralisi umane contemporanee, una illusoria consolazione. Se ci amiamo davvero non occorre dirlo ossessivamente con tutti i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione», perché appunto: «Diciamo in continuazione ti voglio bene, ma non siamo più in grado di capire le ragioni per cui ci vogliamo bene».
Nel nuovo libro ci sorprende anche una singolare dedica: Ai miei genitori che hanno avuto il coraggio di farmi nascere, così recita la frase in terza pagina: «I miei genitori erano inadatti al loro ruolo, c'era anche da capirli, uscivano dal terrore della guerra, avevano molte difficoltà interiori, a volte erano inadempienti. Eppure gli ho voluto molto bene. Con gli anni ho capito che hanno avuto comunque il coraggio di mettermi al mondo». Così come Andrea e Lucy, i due protagonisti, hanno il coraggio di amarsi.
MARE
In Una grande storia d'amore si parla anche del mare: «Ed è la prima volta che succede, nonostante io provenga da Trieste. Per questo libro ho dovuto cambiare prospettiva come scrittore. Ho sempre amato il mare. Per i miei 50 anni ho compiuto un viaggio, mi trovavo in mezzo all'Oceano Indiano, luogo di grande luce e di grandi onde, forse questo panorama mi avrebbe fatto paura quando ero più giovane. Ora invece mi dà un grande senso di pace».
Mary B. Tolusso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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