Supplemento di indagine sulla morte di Cavallarin

Martedì 24 Aprile 2018
LIDO DI VENEZIA
Nuove indagini per accertare se vi siano state responsabilità penali nel decesso di Leo Cavallarin, morto all'età di 83 anni, nel febbraio del 2015, mentre era ricoverato all'ospedale Fatebenefratelli di Venezia. Le ha disposte il gip David Calabria dopo che la Cassazione, accogliendo il ricorso dei familiari della vittima, ha annullato l'archiviazione dell'inchiesta richiesta dal pm Paola Mossa. Il giudice ha concesso 4 mesi di tempo per effettuare alcuni accertamenti sull'opportunità di sottoporre l'anziano ad un clisma, nonostante la patologia di cui soffriva. L'uomo, ricoverato per completare la riabilitazione, dopo una frattura al femore, fu stroncato da un'emorragia intestinale.
Sulla base della querela presentata dai familiari dell'anziano inizialmente furono indagate due dottoresse e un'infermiera, ma l'inchiesta finì in archivio sulla base di una consulenza tecnica, secondo la quale il decesso fu dovuto ad una crisi respiratoria. Gli esperti designati dai legali delle parti offese, gli avvocati Augusto Palese, Gian Luca De Biasi e Niccolò Bullo, sostengono che la causa della morte sia stata determinata da «un'insufficienza multiorgano da sepsi da peritonite stercoracea, insorta nel Cavallarin a causa di una lacerazione del colon conseguita alla clisterazione», dovuta ad imperizia nell'esecuzione del clisma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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