Sulle strade del mare 12 morti in 3 mesi

Lunedì 4 Novembre 2019
Sulle strade del mare 12 morti in 3 mesi
IL BILANCIO
Una lunga scia di sangue sulle strade. Tante, tantissime vite spezzate in tutta la Città Metropolitana. Con un epicentro del dolore ben definito, la zona del Sandonatese caratterizzata da una serie di incidenti che in molti casi forse si potevano evitare. Gli stessi che ricordano come gli azzardi al volante possono essere fatali, soprattutto per chi guida sotto l'effetto di droga o alcol. O comunque in modo imprudente. L'ultimo schianto fatale è quello di Musile, in cui ha perso la vita Giulia Zandarin, 18enne di Castelfranco Veneto, nella Mercedes guidata dal fidanzato Alberto Antonello, 19 anni, gravissimo in rianimazione. Ma per molti la tragedia simbolo continua a essere quella dello scorso 14 luglio, a Jesolo, in via Adriatico all'incrocio con via Pesarona. È qui che Riccardo Laugeni di San Donà, Leonardo Girardi, Eleonora Frasson e Giovanni Mattiuzzo di Musile, poco più che ventenni, sono deceduti nella stessa auto - l'unica sopravvissuta è la quinta passeggera, Giorgia Diral di Noventa di Piave - speronati in sorpasso da quella di un automobilista che ha proseguito la corsa ed è stato individuato il mattino seguente. Stavano rientrando a casa. Sono annegati nel canale Pesarona dove si è rovesciata la Ford Fiesta di Laugeni, colpita dalla Golf di Alin Marius Marinica, 27 anni, romeno, ancora agli arresti domiciliari a Musile, accusato di omicidio stradale plurimo. Identificato dai carabinieri nella sua abitazione, al momento dei controlli era risultato ancora positivo all'alcoltest.
Nella stessa notte, sempre a Jesolo, a perdere la vita è stato anche Brian Merletti, 28 anni di Ascoli Piceno, che si era trasferito a San Donà per lavoro: la sua Golf è finita fuori strada, schiantandosi contro un platano alle 5 di mattina in via Roma sinistra. Prima ancora a morire era stato un altro giovanissimo, Alessio Marinato, 22 anni, di Cinto Caomaggiore, che si è spento all'ospedale dell'Angelo di Mestre dove era stato ricoverato in seguito a un grave incidente. E poi Davide Zane, 23enne di Burano, che nella notte del 14 giugno si trovava ala guida della sua Fiat 500, piombata nel canale di Saccagnana a Treporti: i due passeggeri che erano con lui sono riusciti a salvarsi, il 23enne è rimasto intrappolato. A poche ore di distanza, l'ennesimo incidente è avvenuto sulla Triestina, all'altezza di Tessera in uno scontro frontale tra una Volkswagen Touran e un pullman dell'Atvo. Sulla macchina viaggiava un'intera famiglia di ritorno dal una giornata al mare. Niente da fare per un 35enne di origine moldava, Andrei Boaghe, e la figlia Ana Maria di 12 anni, residenti a Mirano. Feriti gli altri occupanti. Il 30 agosto, sempre sulla Statale Triestina nello scontro tra uno scooter a tre ruote e un camper non ha avuto scampo l'avvocato jesolano Piero Santin di 60 anni. Solo due giorni prima Jesolo aveva pianto per la scomparsa dell'imprenditore Cesare Martellozzo, 48 anni, morto in seguito a un incidente stradale mentre si trovava in sella al suo scooter lungo via Aquileia, in centro città.
Troppo il sangue versato sull'asfalto, queste tragedie, la risposta che ha voluto dare il Comune di Jesolo è stata rigida: ogni fine settimana, la Polizia locale organizza vari controlli con l'obiettivo di fermare le stragi della strada e bloccare chi guida in stato di ebbrezza. Ogni sabato notte vengono fermati centinaia di automobilisti, tutti sottoposti a un pre-test alcolimetrico. Per chi risulta positivo scatta l'accertamento con l'etilometro omologato. Una decina, nei primi weekend di controllo, i casi di patenti ritirate e quasi sempre con guidatori di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Ma proprio grazie ai controlli, nell'ultima parte dell'estate il numero di automobilisti con valori di alcol superiore alla legge è risultato in calo.
Giuseppe Babbo
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