Stabile e Arteven pace fatta sul teatro

Giovedì 2 Luglio 2020
L'ACCORDO
Basta sguardi in cagnesco. Ognuno preoccupato a salvaguardare il proprio orticello. Da ieri la cultura fa sistema. Con un duplice obiettivo: raccogliere fondi privati per implementare le casse esauste del settore e, dall'altra, realizzare una circuitazione degli spettacoli che arrivi a interessare i grandi teatri ma anche quelli più piccoli delle periferie. Con queste premesse è stato siglato ieri, al teatro Del Monaco di Treviso, l'accordo di collaborazione tra lo Stabile del Veneto e Arteven che getta le basi per la nascita della Piattaforma veneta di promozione culturale per il teatro. La firma è stata apposta da Massimo Zuin, presidente di Arteven e da Giampiero Beltotto, presidente dello Stabile, sotto la supervisione del presidente della VI commissione regionale Alberto Villanova. E con la benedizione del sindaco di Treviso Mario Conte.
GLI OBIETTIVI
In concreto la Piattaforma gestirà la collocazione sul mercato di spazi pubblicitari e promozionali e veicolerà le informazioni relative a programmazione e stagioni. Il significato di questo primo passo dell'operazione lo spiega Beltotto. «Dobbiamo contare quanti credono nel proprio territorio e nella cultura. Non stiamo parlando di colline del prosecco ma di un'area imprenditorialmente benestante, tanto quanto la Baviera. Allora vedremo quanti imprenditori sono disposti a investire in cultura approfittando dei benefici fiscali previsti per l'operazione». E poi scandisce: «Sono pronto, alla fine di tutto, a fare l'elenco dei tanti a cui chiederemo e ci risponderanno picche. Perchè far fallire la cultura significa far fallire il territorio». Ma non è pessimista. Anzi, Beltotto spera che ai primi due soci si aggiungano Vicenza, ma poi anche Trieste e Bolzano.
LE PROPOSTE
C'è anche l'altra gamba del tavolo. Perchè i soldi e la raccolta pubblicitaria non sono l'anima e il cuore del teatro. Che investe, invece, nelle produzioni. L'accordo prevede proprio una maggiore collaborazione tra le due istituzioni nella programmazione delle produzioni attraverso un tavolo annuale in cui, a partire da ottobre 2020, ente produttore ed ente distributore lavoreranno di concerto per definire caratteristiche tecniche, artistiche e culturali delle nuove produzioni. E qui sorge un piccolo problema. Espresso dai titolari di piccole compagnie che producono anche spettacoli con circuitazione locale, come la Pantakin di Venezia. La paura è che il grande - in questo caso lo Stabile - divori i piccoli - cioè le compagnie che lavorano in teatri di provincia fino ad ora autonomi rispetto allo Stabile.
«Operiamo nel settore da 40 anni proteggendo le realtà locali che sono la linfa del nostro territorio - tranquillizza Zuin di Arteven - non cè l'intenzione di escludere ma casomai di inglobare». E però. Beltotto la battuta caustica non riesce a tenerla in tasca: «È ovvio che qualche panda dovrà morire. Non siamo sindacati che devono tenere in vita tutto e tutti».
Valeria Lipparini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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