Spesso una cosa stupida si regge perché viene approvata dalla Legge. Non poteva

Giovedì 26 Novembre 2020
Spesso una cosa stupida si regge perché viene approvata dalla Legge. Non poteva pensare ai monopattini Trilussa - scrittore, giornalista e poeta, morto 70 anni fa quando componeva questa frase folgorante sul male degli umani. Ma questo oggetto innovativo è diventato - oltre che un pericolo pubblico - anche metafora dell'incapacità di un sistema di governo, nazionale e locale, di regolare uno strumento per spostarsi. Due interventi normativi sui monopattino - a poco tempo uno dall'altro e con parti contradditorie - hanno mostrato l'impreparazione del legislatore di ordinare e chiarire cosa possa e non possa fare un essere umano che viaggia su una struttura su piccole ruote. Ad un altro dei tanti inciampi del governo centrale va sommata la totale (o quasi) assenza di controlli, e multe. Tolti quelli forniti a prestito (pagante) dalle amministrazioni comunali chi gira con altro tipo di monopattini non accende luci anteriori e posteriori quando corre di notte (pericolo sommo); e nessuno ha letto di una multa ai contravventori. Ma del resto i vigili non si preoccupano da anni nemmeno delle migliaia di ciclisti che girano bici col buio senza un faro anteriore o un fanalino posteriore, obbligatori. I conducenti dei monopattini poi, che per il codice della strada sono equiparati alle bici, dovrebbero indossare un giubbotto o bretelle catarifrangenti dopo il tramonto: nessuno rispetta questa regola. Così come nessuno segnala con la mano la direzione nella quale vuole girare: al massimo si notano leggeri spostamenti della testa o dell'orecchio. Non parliamo di velocità. Quelli trovati col monopattino a 80/100 chilometri all'ora su tangenziali e strade ad alto scorrimento sono stati casi isolati: i veri pericoli vengono da saette elettriche urbane che nessun controllore ha mai voluto (o potuto) fermare. Se chi guida un monopattino si sente libero di fare quello che crede dicono gli esperti il rischio per la circolazione è altissimo. Non a caso il mensile Quattroruote nell'ultimo numero ha titolato Follia urbana la sua inchiesta sui monopattini e le bici in città: del resto morti in monopattino ci sono stati appena questi strumento innovativi hanno cominciato a muoversi. Così come il numero degli incidenti coi monopattini anche gravi - è piuttosto alto e in crescita; e ancora di più aumenta quello degli incidenti con le biciclette. Sarà anche perché l'educazione stradale il rispetto delle norme, che si dovrebbero conoscere - è assente nella grande maggioranza di chi gira in monopattino o in bici? Il problema è che nel nostro Paese è stata abolita praticamente la parte del Codice della strada che riguarda chi si muove su due ruote, motorini compresi: zero preparazione, zero controlli. Nessuno col casco. Il sondaggio Demos di questa settimana mostra che disagio e paura verso il monopattino pericoloso e, (aggiungiamo noi - le bici incoscienti) sono una brutta realtà urbana. Invece del bonus elettorale gli amministratori avrebbero dovuto dovrebbero pensare ad un corso obbligatorio di educazione stradale. Semplice gesto di civiltà.
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