Sono arrivati nel tardo pomeriggio di qualche giorno fa sulla spiaggia delle Dune

Martedì 14 Luglio 2020
Sono arrivati nel tardo pomeriggio di qualche giorno fa sulla spiaggia delle Dune di San Leone, nell'agrigentino, nel bel mezzo di una giornata di sole. I bagnanti se li sono trovati davanti mentre sbarcavano da un grosso motoscafo. È stato un attimo, poi si sono tutti dileguati nel boschetto. Ma quello che non è passato inosservato è stata la tipologia di barca con la quale hanno fatto il viaggio della speranza: qualche decina di migranti provenienti quasi certamente da Biserta, in Tunisia. Non passeggeri qualunque, ma passeggeri che hanno pagato molto di più per raggiungere l'Italia. E come loro tanti altri che stanno arrivando sulle nostre coste con mezzi di ogni tipo, dalla barca a vela al gommone. Eravamo già abituati a vederli approdare dal nulla, ma ieri, a lanciare l'allarme per un flusso di arrivi fuori da ogni controllo, è stata la stessa ministra Luciana Lamorgese, di ritorno da Trieste dove ha tenuto una videoconferenza alla quale hanno partecipato i Commissari europei Ylva Johansson e Olivér Várhelyi, i ministri dell'Interno di Germania, Francia, Spagna e Malta e gli omologhi di Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania. Un incontro da lei organizzato e gestito, che è servito a scambiare informazioni, ma anche a cercare alleati sia in Europa che nella sponda Sud del Mediterraneo. E alla fine, a lanciare un allarme è stata la stessa Lamorgese: «Abbiamo avuto un aumento degli sbarchi autonomi di migranti - ha dichiarato -, non delle Ong, quindi difficilmente controllabili, ed è stato importante avere un'interlocuzione con Tunisia e Libia che sono i Paesi da cui maggiormente provengono. Ho delle aspettative su questo aspetto, speriamo di vedere qualcosa di concreto dopo l'estate». Il Viminale teme i grandi arrivi e cerca di predisporre una controffensiva. In tempi di emergenza da coronavirus, il rischio di sbarchi fantasma moltiplica i suoi effetti, tanto da preoccupare più del terrorismo. Da mesi, la Tunisia, in fortissima crisi economica dopo il lockdown, vede grandi esodi di chi ha perso il lavoro e cerca soluzioni di vita altrove. Si tratta di persone che dispongono generalmente di qualche soldo che gli permette di viaggiare su mezzi più rapidi e sicuri. Partono da Biserta, ma anche da Sfax e da Sousse. Nel 2017 i numeri sono stati allarmanti, e in queste settimane la storia sembra ripetersi. Il governo italiano sta tentando nuovamente la strada dell'accordo (già esistente) con il governo di Tunisi, ma dal paese africano continuano ad alzare il prezzo e a chiedere motovedette, radar, denaro. Soluzioni sulle quali l'Italia sta trattando. Altro fronte caldo, sul quale Lamorgese sta lavorando è quello libico. E giovedì prossimo, la ministra sarà per la prima volta dopo l'epidemia da Coronavirus, in visita ufficiale a Tripoli, dove incontrerà il suo omologo, Fathi al Bashagha. Sul tavolo ci sono i flussi migratori, la minaccia terroristica e gli accordi da rimodulare. Per questo ragione, sarà certamente con lei anche il nuovo direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli, profondo conoscitore della realtà libica. Mentre oggi arriverà a Roma il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk (il parlamento libico eletto nel 2014 con un'affluenza del 18 per cento), Aguila Saleh, che incontrerà il presidente della Camera Roberto Fico e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Nei giorni scorsi Saleh ha dato il via a un tour estero che lo ha portato in Russia e a Ginevra, e ora in Italia. La tempistica della missione è interessante perché avviene nel mezzo di una disputa sulla riapertura dei pozzi di petrolio in Libia. La National oil Corporation (Noc), la compagnia petrolifera con sede a Tripoli, ha annunciato venerdì la rimozione dello stato di forza maggiore dai terminal di esportazioni del greggio, salvo poi tornare sui suoi passi a causa del blocco reimposto dal generale Khalifa Haftar. Spesso dipinto come il volto politico di Haftar, da tempo in realtà Saleh sta cercando di smarcarsi dal feldmaresciallo e permette di avviare un utile canale di dialogo con la Cirenaica.
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