SOLIDARIETÀ
MESTRE «Dal tumore al seno si può guarire e il dragon

Venerdì 24 Maggio 2019
SOLIDARIETÀ MESTRE «Dal tumore al seno si può guarire e il dragon
SOLIDARIETÀ
MESTRE «Dal tumore al seno si può guarire e il dragon boat è lo sport ideale per una ripresa dell'articolazione delle braccia e per prevenire il linfedema dopo l'intervento chirurgico». Il messaggio è stato più volte ribadito nel corso dell'incontro che si è svolto ieri nella sede della Canottieri Mestre per festeggiare la squadra del Trifoglio rosa, vincitrice della medaglia d'oro nella gara dei 200 metri al Dragonboat Womanfest 2019 di Toscolano Maderno, e per la consegna da parte della Casa di cura Giovanni XXIII di Monastier di un assegno di 5mila euro, provento di parte degli esami strumentali alla mammella effettuati a marzo, che assieme ad ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Un contributo che ormai da tre anni la Casa di cura devolve a favore di Trifoglio rosa per concorrere alle spese che la squadra sostiene per partecipare alle manifestazioni sportive e per l'attività di recupero fisico e psicologico.
LA PREVENZIONE
Oltre al presidente della Canottieri, Augusto Gandini, che ha fatto gli onori di casa, erano presenti all'incontro la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, l'amministratore delegato della Casa di cura Gabriele Geretto, Massimo Calvani presidente di Sogedin, il radiologo Bernardino Spaliviero e i chirurghi senologi Roberto Busolin e Pasquale Piazzolla. «Aiutare queste donne così determinate e coraggiose hanno sottolineato i responsabili della Casa di cura - è per noi un orgoglio. Chi si ritrova ad affrontare diagnosi e operazioni di questo genere ha bisogno di tutto il supporto per continuare a vivere in salute e serenità». Attualmente la squadra delle Trifoglio rosa Mestre, che per gli allenamenti si ritrova due volte la settimana in Punta San Giuliano, è composta da 18 donne di età compresa tra i 40 e i 70 anni. «Abbiamo un fitto calendario di appuntamenti agonistici ha puntualizzato la capitana Ivonne Chiarin. Quest'anno siamo già state sul lago di Garda, al lago di Burida a Pordenone e a Silea. Ora in programma abbiamo altre quattro gare».
LE TESTIMONIANZE
Molto spazio durante gli interventi è stato dedicato alla prevenzione. «Un tumore al seno, per svilupparsi hanno spiegato i medici può impiegare anche soli pochi mesi, per questo è consigliabile che le donne effettuino controlli periodici completi: visita, mammografia ed ecografia da farsi con strumentazione all'avanguardia per riuscire a individuare la neoplasia al più presto. Bisogna sapere che con la mammografia si riesce a scoprire, nella migliore delle ipotesi, l'80% dei tumori; abbinando anche la visita e l'ecografia si arriva al 97/98% di probabilità di individuare il tumore al seno». Ma qual è la reazione di fronte a una diagnosi così drammatica? Sabrina che ha saputo di avere un cancro al seno quando ancora non aveva 46 anni, dice: «Non avevo più certezze, ero come una barca alla deriva. Devo ringraziare quegli angeli con il camice bianco che mi hanno aiutato nelle cure e le donne di Trifoglio rosa che facendomi salire in barca mi hanno liberato dalla prigionia del dolore». Cristiana, che ha subito una mastectomia bilaterale, ha le idee chiare: «Noi il cancro lo prendiamo a pagaiate». Era presente anche Daniela, uscita dall'ospedale dove le è stato tolto il seno destro solo due giorni fa.
Mauro De Lazzari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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