Simone Venturini: «La Regione? Il mio futuro è con Brugnaro»

Sabato 3 Ottobre 2020
Simone Venturini: «La Regione? Il mio futuro è con Brugnaro»
IL PERSONAGGIO
VENEZIA Il sindaco Luigi Brugnaro dice spesso che il futuro è dei giovani e tra i giovani protagonisti della passata e della futura amministrazione c'è Simone Venturini, arrivato dal mondo cattolico e diventato uno dei suoi principali e fedeli collaboratori.
Simone Venturini, sembrava che il suo ingresso in Regione fosse cosa fatta. Si parlava anche di uno scambio con la Regione che avrebbe portato in giunta a Venezia Gianluca Forcolin, l'ex vice di Zaia. Poi cos'è cambiato?
«Di questa cosa ne ho letto anch'io sulla stampa, ma non ho mai avuto alcun contatto. Ho sempre detto che sono a disposizione della città e del progetto del sindaco, nel posto in cui sarei stato più utile. Non ho però mai sgomitato per andare altrove e adesso pare si ritenga più utile che io resti qui a portare avanti le istanze di Venezia e del territorio».
È entrato in giunta per la prima volta a 27 anni, c'è chi parla di lei come un possibile successore di Brugnaro tra 5 anni.
«Nessuna ambizione così a lungo termine. Le sfide più grandi sono da qui ai prossimi mesi e l'ambizione massima a cui aspiro è riuscire a fare bene nell'incarico che il sindaco deciderà di darmi e superare positivamente queste difficili sfide immediate. Oggi non ho alcuna tessera politica in tasca e se fossi stato più opportunista avrei preso qualche anno fa la tessera di un partito in crescita e magari sarei altrove. Ma ho puntato sulla coerenza senza sbandare verso aree estreme».
E cosa pensa della possibilità che l'esperienza veneziana possa essere esportata?
«L'esperienza Brugnaro mostra che nel Paese c'è gente che vuole trovare la ai problemi e non parlare per slogan. Penso che sia da stimolo, perché altre forze civiche liberali, del mondo produttivo, del terzo settore eccetera che non hanno più voce in capitolo potrebbero trovare una rappresentanza. Per chi, come me, non si riconosce nelle forze rappresentate in Parlamento è scontato riconoscersi nei progetti di Brugnaro e Zaia. Entrambi hanno intercettato un mondo orfano dei partiti e di rappresentanza nazionale».
Un tempo era il più giovane in Consiglio, ora ce ne sono tanti.
«Siamo contenti perché siamo riusciti a candidare e far eleggere moltissimi giovani, alcuni alla prima esperienza in Municipalità, che si stanno preparando a rappresentare una buona classe dirigente per il futuro e sono pronti a raccogliere le sfide che la città metterà loro davanti. Una nuova generazione che si è fatta entusiasmare da questa esperienza civica e si sta adoperando per portarla avanti nei quartieri e nei territori».
Pensa che sia stata una frattura con la popolazione di Venezia dopo le elezioni?
«Per quanto riguarda il riconoscimento globale a Brugnaro sindaco è stata una promozione a pieni voti. A Venezia i dati confermano che le zone della città più ricche di patrimonio abitativo residenziale il sindaco non è stato maltrattato dal voto veneziano. Altre zone hanno confermato la loro tendenza al centrosinistra e a liste con candidature provenienti soprattutto dalla città storica. C'è anche una certa insoddisfazione da parte di alcune persone che forse speravano nella soluzione di certi problemi: residenzialità ed esodo, offerta commerciale scadente, eccesso di turismo e grandi navi sono tutti temi la cui soluzione è però in capo a enti, organi o apparati di natura nazionale».
Strategie'
«I problemi di Venezia possono essere risolti solo con l'apporto nazionale di darci poteri particolari. In assenza di questi, i sindaci non hanno i poteri per risolvere questi problemi. Capisco quindi che il cittadino non possa essere contento del fatto che su alcuni temi ci sia stata una soluzione parziale o non ci sia stata una soluzione. Ma forse sarebbe ora di smettere di fare come i capponi di Renzo, beccandosi mentre ci si avvia a fare una brutta fine, e andare a chiedere ad alta voce certe cose. Mettiamo da parte l'acrimonia e lopposizione distruttiva per dire insieme al Governo che Venezia non si salva con i poteri dei normali comuni. Finora si è preferito delegittimare il sindaco in carica e non mi pare che la scelta abbia premiato. Stiamo entrando in una stagione brutta, abbiamo davanti sfide enormi: sanità, scuole, trasporti, turismo lavoro e serve spirito di grande unità e responsabilità».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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