Silvan «Vi spiego la magia»

Martedì 24 Novembre 2020
L'INTERVISTA
«Studio, ricerca, applicazione, manualità, esercizio e tensione intellettuale vanno di pari passo in Silvan», scrive Vittorio Sgarbi nella prefazione al volume Silvan. La nuova arte magica (La Nave di Teseo, pp. 420, euro 22), firmato proprio dal più famoso mago al mondo, al secolo il veneziano Aldo Savoldello. Una documentatissima e per certi versi definitiva storia della magia, una enciclopedia magica dalle origini ai giorni nostri, percorso che non può prescindere dall'autore stesso: commentando la serie degli straordinari nomi citati, sostiene ancora Sgarbi, «Silvan li comprende tutti e li invidia, li imita, li doppia». In uscita nelle librerie dal 26 novembre, il volume è accompagnato da ricche illustrazioni d'epoca e qualche trucco svelato dall'autore.
Silvan, prima di affrontare Greci e Romani, ci introduce nel mondo magico dei sacerdoti-stregoni Sumeri, Assiri e Persiani, ed ampio spazio è riservato al papiro Westcar, oggi al Museo Egizio di Berlino e, per la prima volta, riportato nel libro nell'intera trascrizione originaria. Qual è la sua importanza?
«Il papiro rappresenta la più antica testimonianza dell'arte magica. Scoperto nel 1839 dall'inglese miss Westcar, vergato non da geroglifici ma nella scrittura ieratica, è per gli storici di importanza fondamentale. Narra di magie accadute in Egitto nel terzo millennio a.C. Nella mitologia, nelle tradizioni di tutti i popoli, il mago era oggetto di culto e venerazione, la sua destrezza, intelligenza e abilità era camuffata per realizzare avvenimenti prodigiosi e asservire il potere politico e religioso. La magia è un'arte antica, sorprendenti prodigi furono presentati più di 4500 anni fa. La Bibbia stessa narra di Mosé che, davanti al Faraone, trasformò la sua verga in un serpente, e dei prodigi di Simon Mago e di Pietro».
Sempre tra gli antesignani, nel volume compaiono altre figure inaspettate, quali Apollonio di Tiana, Pitagora, Benvenuto Cellini...
«L'arte magica nel Rinascimento si concretizza con una linea di demarcazione tra la magia bianca e la magia nera diabolica e stregonesca, con la pubblicazione di un'opera fondamentale, The Discovery of witchcraft (La scoperta della stregoneria) del 1584 di Reginal Scot. Ritenuto il primo libro in lingua inglese sull'arte magica, fu composto dopo aver assistito ad un processo per stregoneria. Scot, che riporta le prime spiegazioni a stampa dei trucchi dei giocolieri, si sforzò di dare un crisma di legalità ai giochi di prestigio, sottraendoli con decisione ad ogni accusa di influssi demoniaci».
Nel razionale secolo dei Lumi appare un personaggio singolare, Cagliostro. Chi era veramente?
«Ho dedicato a questo personaggio enigmatico una dozzina di pagine. Non c'è biografo o scrittore del passato che non sia stato conquistato dal carisma diabolico di questo impostore. A mio parere, la figura più affascinante di tutte quelle condannate a morte dalla Santa Inquisizione. Grazie anche a scrittori come Alexandre Dumas padre che hanno inventato la sua vita. Indossò il saio e apprese le basi della medicina generale. Fu autore di truffe alchemiche, con la creazione dell'elisir di lunga vita. Guariva i malati, prediva il futuro, evocava i morti. Era il Conte Cagliostro di origini regali portoghesi? O Giuseppe Balsamo siciliano, furfante, imbroglione, e taumaturgo temuto e amato? Ho desunto le sue vere origini dal Viaggio in Italia di Goethe, che a Palermo nel 1787, carte e documenti alla mano, incontrò la sua famiglia».
Avvicinandosi all'oggi, intere pagine sono dedicate alla figura spesso mitizzata di Houdinì, al quale dedica pure una gustosissima intervista impossibile. Fu davvero così grande?
«Ho raccontato la sua vita, impossibile da riassumersi in poche parole. Dirò soltanto che questa icona della magia mondiale, ebreo ungherese naturalizzato americano, non era un grande mago, ma un grande escapologo! Un grande eccezionale e carismatico artista che riusciva ad evadere da qualsiasi prigione fosse stato rinchiuso, sciogliendosi da camicie di forza e manette di ordinanza. Uno showman straordinario, che alla fine della sua carriera condusse una campagna contro i medium fraudolenti».
Silvan, la straordinaria galleria presente nel volume è composta da figure dotate ciascuna di proprie peculiarità. Ritiene però esista una universalità dell'arte magica, capace di riunirle tutte?
«Nelle due ore di spettacolo teatrale presentato lo scorso 20 febbraio al Teatro Quirino di Roma, sold-out e che riprenderemo al termine di questa stramaledetta epidemia con la mia compagnia e la regia di mio figlio Stefano, ho notato che l'interminabile standing ovation ricevuta non era rivolta al sottoscritto, ma all'arte magica in generale, di cui mi considero un modesto interprete»
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Riccardo Petito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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