Si rinnova nelle valli il rito della fraìma Gli allevatori: «Sempre meno pesce»

Martedì 12 Novembre 2019
Si rinnova nelle valli il rito della fraìma Gli allevatori: «Sempre meno pesce»
CAORLE
Dal passato, quando Caorle era solo un borgo di pescatori, al presente: si rinnova il rito della fraìma. Con questo termine le comunità veneziane indicano quel periodo d'autunno in cui ha luogo la discesa del pesce dai bacini lagunari al mare ed in cui la pesca nelle valli diventava particolarmente ricca. A Caorle, quando la pesca era l'unica forma di sostentamento, durante la fraìma tutti i pescatori si trasferivano con la famiglia nei casoni per intercettare il pesce in fuga dall'inverno verso il mare. In questi giorni la Valnova di Caorle (valle privata) ha aperto i battenti per mostrare in cosa consista l'operazione. Nel Veneziano, le valli da pesca rappresentano un modello unico al mondo che preserva ecosistemi delicati. Negli ultimi anni i produttori hanno però lamentato il pericolo legato ad una fauna selvatica fuori controllo che rischia di mettere a repentaglio la produzione da allevamento che annovera orate, branzini, cefali, anguille ed altre specie. «Il caso dei cormorani è emblematico sottolinea Matteo Poja, responsabile sezione vallicoltura di Confagricoltura Venezia - Questi uccelli praticando la caccia sociale', distruggono interi allevamenti. Ultimamente il numero dei cormorani è aumentato fino a raggiungere migliaia di unità; in alcuni casi, gli imprenditori non hanno più seminato gli avannotti». «La fraìma dimostra che negli ultimi anni la quantità di pesci nei lavorieri di cattura si è ridotta del 40/50 per cento - spiega Bruno Facchetti, proprietario di Valnova - responsabili gli uccelli selvatici che si cibano del soggetti in allevamento». (R.Cop.)
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