SESTA SCONFITTA IN CASA IL VENEZIA NON DECOLLA

Lunedì 10 Febbraio 2020
CALCIO SERIE B
Al Penzo è sempre festa e mai per il Venezia. Una situazione preoccupante e per certi versi inattesa, perché nemmeno i più pessimisti si sarebbero aspettati un rendimento tanto negativo a Sant'Elena. Basti pensare che in tutto lo scorso disastroso campionato il team arancioneroverde vi era caduto 4 volte in 18 gare, quest'anno invece in 11 uscite le sconfitte sono salite già a 6 con lo 0-1 contro il Frosinone, vicecapolista salvato due volte dai pali e dall'arbitro Ayroldi che ha negato un rigore netto a Monachello. L'altro ieri nel faccia a faccia tra la peggior squadra della Serie B per rendimento casalingo e quella che (prima di brindare in laguna) era la terza meno prolifica in trasferta, l'ha spuntata manco a dirlo proprio quest'ultima, facendo pagare a carissimo prezzo l'unico grave errore commesso (palla regalata in uscita da Lakicevic e laziali a segno con 4 passaggi). Certo il trend in trasferta darebbe fiducia (18 punti sugli attuali 27), decisamente meno però il quint'ultimo posto in classifica e il fatto che sabato prossimo si giocherà di nuovo al Penzo con la Virtus Entella (ore 15). Una cosa è certa, al Venezia serve una scossa e anche rapida per non avviarsi ad un finale di campionato da incubo come quello di un anno fa. Ma chi dovrebbe darla questa scossa? Il ds Fabio Lupo prima (in sede di calciomercato) e il tecnico Alessio Dionisi (in panchina) stanno facendo le classiche nozze con i fichi secchi date le risorse, economiche e quindi tecniche, messe a disposizione da una società che rischia seriamente di far soffrire di nuovo le pene dell'inferno calcisticamente parlando ai propri sconfortati tifosi. Anche nei momenti più bui (pochi per la verità negli ultimi 5 anni) il presidente Joe Tacopina aveva sempre suonato la carica urbi et orbi, trasmettendo una positività a volte anche eccessiva ma che comunque aveva sempre fatto percepire la sua forte leadership dentro e fuori dallo spogliatoio. Oggi al contrario l'impressione percepita dai più è di un Tacopina più distaccato, va da sé non solo per il fatto (comunque una rarità) di essersi tenuto alla larga dalla sala stampa sia a Verona dopo la vittoria contro il Chievo sia due giorni fa dopo il ko col Frosinone. Le ultime parole del numero uno lagunare (che sabato prossimo non assisterà a Venezia-Entella, ma prima di rientrare negli States dovrebbe incontrare la stampa) restano dunque quelle non tenere rilasciateci dopo lo 0-0 di Cremona del 18 gennaio. Da allora l'unica mezza frase fatta pervenire da Tacopina resta quella rilasciate al Gazzettino il 31 gennaio «sono il presidente, sono qui e sarò qui a guidare il club» come replica alle insistenti voci su una sua imminente uscita di scena dal Venezia, per decisione del pool di finanziatori statunitensi capeggiati da Duncan Niederauer e delusi dalla gestione e dai risultati del club arancioneroverde nell'ultimo biennio. Rumors che nell'ambiente calcistico dopo la precisazione dell'avvocato newyorkese non si sono affatto arrestati, anzi, in primis quelli relativi al mandato che lo stesso Niederauer dal 2015 socio finora occulto ma con massimo peso decisionale avrebbe già dato all'italo-svizzero Antonio Ponte (controverso ex proprietario di Siena e Carrarese, già molto vicino al Palermo di Zamparini) di studiare un Venezia post Tacopina.
Marco De Lazzari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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