Senza treno, aeroporto monco

Venerdì 24 Maggio 2019
VOLI
MESTRE «Il governo gialloverde intende far saltare il progetto della bretella ferroviaria dell'aeroporto?». Lo chiede il parlamentare veneziano del Pd con un'interrogazione presentata al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli e delle Finanze Giovanni Tria perché, da un lato a Roma si tengono riunioni che, nell'ambito degli approfondimenti su costi e benefici dell'opera (come del resto su molte altre previste nel Paese, compresa la soluzione ancora attesa per le grandi navi da crociera a Venezia), puntano a rivedere il progetto per eliminare il cappio e creare invece una stazione di testa a Tessera; dall'altro il presidente di Save, la società di gestione dell'aeroporto Marco Polo, afferma che si deve rispettare il progetto già cambiato per ridurre i costi e già approvato, oppure non se ne fa più nulla. E sarebbe gravissimo perché, ha spiegato più volte sempre Marchi, in assenza di intermodalità tra auto, barche e treni, per raggiungere l'aeroporto continuerebbe a restare quasi solo l'auto con la conseguenza di dover costruire sempre nuovi parcheggi.
«Serve chiarezza, il Marco Polo è un'infrastruttura strategica per l'intero Nordest - afferma Pellicani rivolgendosi alla maggioranza -. Ci sono troppe cose che non quadrano, non c'è trasparenza, né informazioni e, invece, i cittadini devono sapere».
IL PROGETTO
Il progetto Italferr, del Gruppo Ferrovie dello Stato, cofinanziato dalla Comunità Europea con 14 milioni di euro e presentato ad aprile 2018, prevede una spesa di 400 milioni per realizzare una bretella lunga 3 chilometri e mezzo che si diparte dalla linea Venezia-Triste all'altezza di Dese e arriva all'altezza dell'aeroporto compiendo un ampio giro fino a sfiorare le case del centro abitato di Tessera per permettere ai treni di riprendere la linea per Trieste senza dover fare marcia indietro. Per risparmiare, anche a seguito del taglio nazionale dei fondi destinati alle Ferrovie, a Roma si sta pensando di eliminare il cappio e realizzare, invece, un stazione di testa come quella di Venezia o Firenze dove i treni devono investire la marcia, ma in compenso non si costruirebbe più un solo binario singolo ma doppio fino all'aeroporto e tre binari di stazionamento, come si è fatto per Roma-Fiumicino e per altri aeroporti in Europa.
«Dietro la fatidica formula magica costi-benefici si nasconde sempre il blocco di opere pubbliche attese da anni. Intende bloccare anche la bretella ferroviaria aeroportuale?» continua Pellicani rivolto al ministro Toninelli e, interrogando poi il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, gli chiede se sia al corrente «dell'abbattimento di circa 1.200 alberi all'interno del sedime aeroportuale. L'eliminazione di queste piante ha provocato le proteste dei cittadini con manifestazioni pubbliche e una petizione con oltre duemila firme. Nel Masterplan per il 2021, che prevedeva l'aumento del fabbisogno di parcheggi da circa 6.600 a oltre 8.500, Save affermava di voler valorizzare e preservare le alberature di pregio ma non è accaduto niente di tutto ciò».
Su questo punto Save risponde direttamente affermando che «tutti i piani e le azioni sono portati avanti nel totale ossequio delle normative e procedure previste per legge, per l'intero Master Plan e per i singoli progetti, tra cui i parcheggi ai quali l'onorevole Pellicani presta un'attenzione sollecitata dalle manifestazioni di poche decine di persone. Sottolineiamo la nostra amarezza per queste posizioni, che dimenticano come l'aeroporto sia portatore di benefici per l'intera comunità in termini di mobilità, occupazione e ricadute economiche».
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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