Selfie con pistola del baby bullo in libertà

Martedì 26 Novembre 2019
Selfie con pistola del baby bullo in libertà
IL CASO
VENEZIA Sono già liberi alcuni dei minorenni delle cosiddette baby gang, protagonisti di tanti episodi di violenza in città. Dopo il blitz della Squadra Mobile del 29 maggio scorso, terminata la prima fase di misura cautelare, la Procura del minori non ha infatti chiesto alcuna proroga per mantenere in comunità gli arrestati. Il tutto mentre sta girando una foto inquietante di uno di questi ragazzi: un selfie, con tanto di pistola, all'apparenza vera. Quanto basta per riaccendere gli animi dei familiari delle vittime delle baby gang. «Possibile che non si possa fare nulla. Non vogliamo che si dica che non si sapeva!» accusa il padre di una ragazza picchiata.
LA FOTO CON LA PISTOLA
A scattarsi il selfie con pistola che fa tanto discutere è stato uno dei ragazzi coinvolti nel blitz del maggio scorso. Non è chiaro a quando risalga la foto. Di certo i familiari delle vittime che l'hanno intercettata qualche settimana fa l'hanno già fatta avere alla polizia. È un'immagine da social in cui il ragazzo si ritrae con la pistola poggiata sul petto e il pollice alzato in segno di vittoria. Dopo le foto profilo con i tirapugni è un salto di qualità che non può che inquietare. Quasi una sfida che ha allarmato chi ha conosciuto la violenza di questi gruppi di giovanissimi.
BASTA COMUNITÀ
Nel caso dei minori la procedura prevede termini inferiori per le misure cautelari. Ridotti della metà o di due terzi, a seconda della fascia d'età. Scaduti i primi quattro mesi, la Procura ha però la possibilità di chiedere una misura amministrativa e mantenere così il minore in comunità, in attesa del processo. In questo caso non è accaduto. E da un paio di mesi, scaduta la misura, anche il minorenne del selfie con la pistola è libero.
IL FENOMENO
Quello delle baby gang è un fenomeno che ha conosciuto un'escalation in città. Episodi di violenza che si sono ripetuti per mesi tra Venezia e Mestre, spesso prendendo di mira altri giovani. Picchiati brutalmente per pochi euro o nemmeno per quelli. Un fenomeno che ha creato un certo allarme nell'opinione pubblica. Alla fine una lunga e articolata attività investigativa ha consentito di portare alla luce tre bande attive in città, tra centro storico e terraferma. Bande variabili che spesso si fondevano in gruppi diversi, a seconda delle serate e degli obiettivi. Una ventina i provvedimenti cautelari eseguiti nei mesi scorsi, sia a carico di minorenni che di maggiorenni, a cui vanno aggiunte le misure firmate dal questore per un'altra ventina di ragazzi: dagli avvisi orali al regime di sorveglianza speciale.
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci