Se il Veneto soffre i suoi guai miliardari con la batosta delle banche di Vicenza

Martedì 31 Ottobre 2017
Se il Veneto soffre i suoi guai miliardari con la batosta delle banche di Vicenza e Montebelluna, anche il Friuli Venezia Giulia - nel suo piccolo ha dovuto soffrire, dovendo sborsare soldi pubblici per oltre 200 milioni per far fronte alle perdite emerse negli ultimi 5 anni dalla banca di sua proprietà: il Mediocredito del Friuli Venezia Giulia. Professori, economisti, giornalisti sono intervenuti a denunciare questo disastro. Chi a sottolineare le inefficienze della organi politico/amministrativi dell'Ente Regione, chi la non sagace politica di marketing o la dubbia capacità di valutazione del rischio in capo al management di questo Istituto di credito pubblico. E il giudizio del mercato non si é fatto attendere: nel 2016 l'Agenzia di rating Fitch ha declassato la valutazione del Mediocredito FVG da investiment grade a banca a rischio altamente speculativo portandolo da BBB a B. Nonostante ciò l'Assessore regionale competente e la Presidente dell'istituto hanno dichiarato: «Il Mediocredito FVG é un asset strategico per il sistema economico di questo territorio con le peculiarità del suo tradizionale modello di business». Se il ceto politico e quello apicale economico/finanziario non ci avessero da tempo abituati ad ogni sorta di giustificazione anomala, ci sarebbe da che stare allibiti. Azzeccata è stata l'analisi del professor Miani dell'Università di Udine; non solo ci si doveva preoccupare per tempo dell'andamento negativo della banca ma si poteva e forse si doveva svenderla o al limite anche regalarla a qualche banchiere più esperto del mestiere. Meglio sarebbe stato investire quelle centinaia di milioni in infrastrutture pubbliche o nel comparto sanità. In parte è vero che con l'introduzione della nuova Legge Bancaria del 1993, con l'avvento delle banche universali (che possono erogare il credito sia a breve sia a medio-lungo termine) quasi tutti gli Istituti specializzati sono stati incorporati da pezzi del sistema creditizio, ed è pure vero che il Mediocredito FVG si è avventurato ad investire su un territorio fino allora poco conosciuto, il Veneto, prendendo spesso delle cantonate nel concedere fiducia ad aziende con futuro incerto. Se ciò può rappresentare una scusante o una difesa allora non si spiega come ma il Mediocredito del Trentino Alto Adige mantiene la sua solvibilità a BBB+ (come l'Italia), e non la B semplice come il Mediocredito FVG. Bankitalia a partire dal 2010 ha messo in luce una serie di difficoltà nel trovare un assetto completo delle sofferenze. Eppure fino al 2012 i bilanci del Mediocredito FVG non hanno ben evidenziato alcuna criticità, nonostante i ripetuti richiami della Vigilanza della Banca Centrale. A questo punto sorgono spontanee alcune domande: 1) L'aumento di capitale é stato interamente versato? (la scadenza ultima era 30 settembre 2017) 2) Come sono i dati del I° semestre 2017 e come si prevede di chiudere il bilancio al 31,12,17? 3) A che punto sono le trattative con eventuali altri partner, se quelle con ICCREA sono decadute? 4) Quali effetti avranno sulla situazione patrimoniale dell'Istituto le ultime pesanti regole della BCE riguardanti i tempi stretti per le coperture dei crediti deteriorati? I cittadini aspettano risposte precise dall'Ente Regione e dalla Presidente del Mediocredito.
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