SANTA MARIA DI SALA
E' Salexit. Il Consiglio di Santa Maria di Sala vota a maggioranza

Martedì 25 Settembre 2018
SANTA MARIA DI SALA E' Salexit. Il Consiglio di Santa Maria di Sala vota a maggioranza
SANTA MARIA DI SALA
E' Salexit. Il Consiglio di Santa Maria di Sala vota a maggioranza l'uscita dall'Unione dei Comuni del Miranese: il paese del graticolato se ne va, fuori dalla collaborazione con gli altri comuni del comprensorio a partire dal 1. gennaio. Dopo soli 3 anni, il matrimonio con l'Unione, con i suoi 123 mila abitanti quarta città del Veneto dopo Venezia, Verona e Padova, si consuma in una seduta carica di tensione.
In aula, come uditori interessati, anche il presidente dell'Unione e sindaco di Martellago Andrea Saccarola, quelli di Mirano Maria Rosa Pavanello e di Salzano Luciano Betteto. E alcuni agenti, per l'ennesima volta di fronte a un nuovo cambio di sede e padrone. In gioco il futuro della polizia locale, pomo della discordia dopo la chiusura della sede di Villa Farsetti, decisa per concentrare gli agenti a Mirano e Spinea.
TORNANO I VIGILI
Santa Maria di Sala se ne riprende 5, quelli che aveva conferito nel 2015: dovrà ricostituire un comando, riallestire la sede, riaprire un capitolo di bilancio, riapprovare un regolamento. Non sarà facile, né immediato, ma a vincere ieri sera è stata l'idea stessa di riavere anche solo pochi agenti, ma comandati secondo le direttive del sindaco. Accorato l'appello del sindaco Nicola Fragomeni: «Aderire fu una scelta che doveva portare benefici, il percorso ha invece evidenziato criticità. Tre sedi potevano andar bene, ma contro la mia volontà è stata decisa la chiusura di quella salese e questo ha incrinato i rapporti nell'Unione. È un dovere fornire risposte ai cittadini che lamentano scarsa sicurezza, se necessario anche tornando sui propri passi. Per com'è oggi, questa è un'Unione che non serve a Santa Maria di Sala. L'impegno, da adesso, sarà garantire la sicurezza ai nostri cittadini: mi sentirò più legittimato a impartire ordini alla polizia locale». Nella maggioranza però non mancano i distinguo: Gabriele Ragazzo si dice perplesso e forse non è l'unico. Fino alla fine, poi, aleggia in aula il rischio di franchi tiratori. Per l'uscita anche i 5 stelle, che però, polemici, non votano: «Al centralino non conoscono neppure le vie del nostro comune - spiega Christian Giordan - noi da sempre contrari, è mancato il coinvolgimento dei cittadini». Critica Lista Salese: «Operazione gestita male fin dall'inizio - rileva Cristiano Coletto - naturale dire ora: usciamo. Ma serve capire come è stato riprogrammato il servizio se domani ce ne andiamo. E questo il sindaco non lo ha detto».
L'OPPOSIZIONE
Duro il centrosinistra. Per Giuliana Andreello e Giuseppe Rodighiero: «Non ci hanno avvisati di questo cambio di rotta. Non c'è alcun dato su quanto perderemo e prenderemo: rimandare, piuttosto, la decisione al prossimo anno, almeno ne parliamo, con dati e prospettive. Non si è mai visto un piano costi-benefici. I proclami sui giornali portano voti, ma non risultati». Alla fine le minoranze escono dall'aula e non votano, la maggioranza perde Ragazzo, astenuto, ma le bastano 11 voti: Santa Maria di Sala è fuori, l'Unione sarà a 5.
Filippo De Gaspari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci