San Marco, via al progetto

Domenica 8 Novembre 2020
San Marco, via al progetto
SALVAGUARDIA
È uno Stefano Boato entusiasta quello che ieri, intervenendo al forum su Zoom dedicato a Laguna veneta tra Mose, Grandi Navi e riequilibrio nell'ambito di Incontri a Città aperta, ha dato la notizia: la partenza formale del progetto dell'insula di Piazza San Marco. «Non è ancora ufficiale, ha sottolineato il docente di Pianificazione territoriale, già membro della Commissione salvaguardia e dell'Autorità di Bacino la decisione è già stata firmata ma non ancora protocollata. Lo sarà la settimana prossima».
IL PROGETTO
Il progetto ha continuato verrà realizzato entro il 30 gennaio, mentre il 2 febbraio partirà la prima tranche realizzativa dei lavori, che dovrebbero durare tre anni. Per Venezia, dunque, ancora buoni segnali dal fronte difesa alte maree. Iniziata quest'autunno con i primi test del Mose andati a buon fine. Ora toccherà all'insula della Piazza, con tutti i suoi negozi e la Frezzeria. La notizia certa è che per l'autunno prossimo «per la prima volta l'area in questione sarà difesa. E, altro anticipo non formale, non solo da acque medio-alte fino a 110 cm, ma pure da quelle sino a 117-119 centimetri. Un margine di difesa anche senza pompe per la pioggia e frangi onde del molo». In questo modo la Piazza rimarrebbe all'asciutto anche prima dell'alzata del Mose, per ora fissata a 130 cm. Senza considerare che la salita dell'acqua verrebbe bloccata nel modo più naturale. «Allontanandosi quindi dai progetti precedenti di rifacimento del sottosuolo o dell'utilizzo di membrane costosissime poste sotto i masegni», ha detto Boato.
NO AL VETRO
«Appena la notizia diverrà pubblica, bisognerà fermare le paratoie di vetro progettate attorno alla Basilica». Una stupidaggine, come l'ha definita, che non sarà più necessaria. La partita ora diventa ancora più importante e credibile perché ciò che si può realizzare per San Marco, è ipotizzabile per qualunque zona bassa della città (da Cannaregio a Castello, fino a Burano). Boato si è spinto oltre, immaginando la realizzazione di già note sperimentazioni per rialzi profondi che solleverebbero Venezia in un colpo. L'urbanista Maria Rosa Vittadini si è detta contraria ad ogni possibile progetto, pur provvisorio, relativo ad un terminal che riguardi il percorso del Canale dei Petroli. «Non si può ricadere ogni volta ha dichiarato nello stesso errore progettuale perseguito dalla nostra Autorità portuale: le Grandi Navi devono restare fuori dalla laguna. Questa la base da cui partire e sulla quale attivare anche il Ministero dei Trasporti». Il problema della crocieristica è stato infine analizzato da Giuseppe Tattara, economista ambientale. «Venezia è l'unico caso al mondo in cui il porto si trova nel centro della città. Non è vero ha spiegato che spostandolo 5-6 km verso il mare si perderebbero 5mila posti di lavoro diretto e indotto. Anzi, aumenterebbero. Far arrivare Grandi Navi in marittima: questa è l'idea folle che deve farci paura. Il canale Marghera-Malamocco? A detta di tutti è di non facile navigazione e a senso unico. Con un'alta probabilità di incidenti».
Marta Gasparon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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