Salvaguardia della laguna, piano per il Canale dei Petroli

Mercoledì 9 Giugno 2021
Salvaguardia della laguna, piano per il Canale dei Petroli
SALVAGUARDIA
VENEZIA L'atteso piano morfologico della laguna è pronto. Aggiornato dal Corila, ora contiene una serie di indicazioni su come combattere l'erosione della laguna. La più importante riguarda il canale dei Petroli, per cui si prevedono una serie di strutture morfologiche da realizzare ai margini, non propriamente un argine, in grado comunque di contrastare l'interramento del fondale e la perdita di sedimenti. Problemi annosi, come annosa e tormentata è la storia di questo Piano, fondamentale strumento di programmazione per la laguna e il suo porto, che attende di essere aggiornato dal lontano 1993. L'ultima versione, sempre a cura del Corila per conto del Provveditorato alle Opere pubbliche, era stata stoppata nel 2018 dai ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali, con una serie di indicazioni e osservazioni per aggiornare il testo ai nuovi scenari e inserirvi più contenuti. Lo stesso Provveditorato, all'epoca, aveva definito il Piano una «scatola vuota», dando nuove indicazioni al Corila per la nuova stesura.
L'AGGIORNAMENTO
Ora l'aggiornamento è stato ultimato. L'annuncio di questo passaggio lo ha dato ieri lo stesso direttore genrale del Corila, Pierpaolo Campostrini, in occasione di un convegno organizzato dall'Ordine degli ingeneri di Roma sul Mose: Un esempio di eccellenza dell'ingegneria italiana. Oltre 300 partecipanti, tra i relatori il provveditore alle Opere pubbliche, Cinzia Zincone, e l'ex segretario generale del Distretto idrografico Alpi orientali, Francesco Baruffi. A Campostrini il tema della pianificazione degli interventi morfologici in una laguna che cambia. Quello che dovrà fare, appunto, il nuovo Piano morfologico. «Strumento importante per la gestione della laguna - sintetizza il direttore - il cui principale obiettivo è combattere i fenomeni erosivi, tenendo conto della presenza umana».
LE PRIORITÀ
Il Piano individua alcuni «interventi prioritari» da attuare per questa operazione di conservazione delle laguna, fino a quando sarà possibile, visto l'innalzamento del livello medio del mare. Interventi di qualità ecologica - relativi alla flora lagunare o alla salinità delle acque, ad esempio - ma anche gestionali - qui le indicazioni spaziano dalla regolamentazione della pesca alle bonifiche dei siti inquinanti - e infine strutturali. Ed ecco, tra questi, gli interventi di ricostruzione della morfologia lagunare e in particolare quelli ai margini del canale dei Petroli. «Non un argine vero e proprio, ma una struttura discontinua che consenta il ricambio d'acqua - spiega Campostrini - studiata da ingegneri e biologi come compromesso tra l'esigenza di evitare la corrosione e quella di mantenere una buona qualità delle acque». Bocciata dal piano, invece, l'ipotesi di realizzare un diverso tracciato, più simile a quello curvilineo del precedente canale. «Analizzando l'intervento, con sofisticati strumenti matematici, abbiamo dimostrato che l'erosione aumenterebbe». Ora il Piano dovrà essere trasmesso ai ministeri per completare l'iter. «Ma il suo corollario, necessario per questo tipo di interventi, è il protocollo per la gestione dei sedimenti - ricorda Campostrini -. Pronto, ma fermo a Roma ormai da oltre due anni».
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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