Sala slot rapinata da un ex della Mala

Mercoledì 15 Gennaio 2020
Sala slot rapinata da un ex della Mala
MIRANO
Era uscito di prigione da appena due anni. Ivan Giantin, ex Mala del Brenta (di seconda generazione, quando Felice Maniero venne arrestato era poco più che un ragazzino) con 16 anni di carcere nel curriculum criminale per aver aperto il fuoco, con un kalashnikov, contro una pattuglia dei carabinieri che lo stava inseguendo dopo un assalto a un portavalori, è il capo della banda che, poco più di un anno fa, aveva messo a segno una rapina in una sala slot di Mirano. Un colpo, quello della notte tra il 26 e il 27 dicembre 2018, che aveva fruttato un bottino di appena 400 euro, comprese le mance lasciate dei clienti contenute in un barattolo. I carabinieri di Mestre e la squadra mobile di Padova, dopo un anno di indagini, hanno eseguito ieri quattro ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip lagunare Barbara Lancieri a Giantin, appunto, 47 anni, di Rubano (Pd), Giuseppe Mion a Giuseppe Mion, 43 anni, di Noventa Padovana, Alban Shera, 22enne albanese e Kheireddine Charfeddine, tunisino di 28 anni residente a Rubano.
IL COLPO
Quella notte due uomini, a volto coperto, avevano fatto irruzione nella sala slot Vlt imperial di Mirano, minacciando con una pistola (una semiautomatica) e un piede di porco la dipendente. Si erano fatti consegnare l'incasso e il barattolo delle mance ed erano fuggiti. Le indagini hanno consentito agli investigatori di stringere il cerchio attorno agli autori: Giantin e Mion sarebbero stati gli organizzatori del colpo. Il primo, in particolare, si sarebbe occupato dei mezzi e della formazione del gruppo, mentre il secondo, con sopralluoghi sul posto nei giorni precedenti, aveva preparato il terreno per la rapina e poi facendo da staffetta e da palo durante il colpo. A entrare nella sala slot furono Shera e lo stesso Giantin, mentre Charfeddine, incensurato fino a ieri, avrebbe fatto solo da autista per la fuga (motivo per cui il giudice per lui ha disposto gli arresti domiciliari, a differenza degli altri tre portati invece in carcere).
La figura più rilevante (dal punto di vista criminale) della banda è appunto Giantin. Due anni fa aveva finito di scontare la pena per quella follia dell'agosto del 2001: i carabinieri lo stavano cercando per un fallito assalto ad un furgone portavalori, alle porte di Ferrara, avvenuto cinque mesi prima. I banditi spararono contro una gazzella e l'appuntato Roberto Periccioli, senese, che era alla guida della pattuglia, perse un occhio per le ferite riportate.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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