Rogo al Villaggio sinti: «Andatevene»

Venerdì 1 Maggio 2020
L'INCENDIO
MESTRE Quel che è certo è che quelle fiamme non si sono accese da sole. Un rogo come ce ne sono stati tanti negli ultimi anni al villaggio sinti di via del Granoturco (laterale di via Vallenari), quello scoppiato mercoledì sera alle 21.30. Obiettivo dell'incendio una vecchia roulotte dismessa: anche questo, copione già visto tante volte in passato. Una differenza, però, c'è: questa volta, infatti, i diretti interessati hanno deciso di parlare e di aprire le porte del villaggio. «Non ci era mai successa una cosa del genere - racconta Jeson, uno degli ultimi residenti del campo - erano in quattro, incappucciati. Ci hanno guardato con aria di sfida. Anche quando ho detto che avrei chiamato la polizia, loro non sono scappati. Ci hanno urlato: zingari di m...ve ne dovete andare. Questo è un avvertimento, se non sloggiate torneremo». I vigili del fuoco, una volta sul posto, non hanno avuto difficoltà a spegnere l'incendio. Le indagini ora sono affidate alla polizia di Stato, che ha raccolto le testimonianze dei presenti. «Siamo terrorizzati - continua il giovane sinto - se queste persone dovessero tornare, magari armate? Ci sentiamo abbandonati, qui nessuno ci aiuta, nessuno si ricorda di noi. Abbiamo figli piccoli, la gente ci odia. Basta, vogliamo andarcene da qui, basta con il villaggio, ora vogliamo delle case».
LE INDAGINI
La polizia, in questo momento, ha ben pochi elementi a disposizione. Hanno raccolto la deposizione degli abitanti del villaggio, ma in questa fase non è possibile né confermarla né smentirla. Gli inquirenti stanno valutando tutte le ipotesi possibili, ma non dimenticano che in passato le roulotte venivano incendiate soprattutto per ripicche tra famiglie o anche per sbarazzarsi di materiali in disuso. Gli investigatori, quindi, cercheranno di capire che tipo di combustibile sia stato utilizzato e se da questo sia possibile risalire agli autori partendo da quella che per ora è l'unica certezza: non si è trattato di un incendio accidentale.
SMANTELLAMENTO
Il campo di via del Granoturco, in effetti, non è più da un pezzo nei piani del Comune. Nel 2018 è iniziato il piano di smantellamento, e un po' alla volta si conta di arrivare alla totale chiusura e demolizione delle casette. L'obiettivo fissato dalla giunta è quello, da raggiungere possibilmente entro un anno. «Qui vivevano 38 famiglie - aggiungono Paolo e Denis Hudorovic - ormai siamo rimasti in sei nuclei, siamo meno di una trentina di abitanti in tutto. Credete che la gente se ne sia andata per le faide? Macché, storia vecchia: chi ha lasciato il campo l'ha fatto perché ha avuto in assegnazione una casa del Comune. Questo posto è invivibile ormai», dice indicando pile di calcinacci accatastati e decine di barattoli di vernice vuoti. «Secondo voi noi riduciamo così il posto in cui viviamo? - continua Hudorovic - ci sono camion di ditte edili che piombano qui nel cuore della notte e ci usano come discarica, buttano la loro roba e se ne vanno». «Senza contare - proseguono Denis e Jeson - che tante casette ora vengono occupate abusivamente dai senzatetto. In alcune di queste ci sono bombole di gas, se capitasse un incidente sarebbe un disastro». Loro le idee le hanno chiare: il tempo in cui la comunità doveva rimanere unita, nello stesso spazio abitativo, è finito. «Era tanto tempo fa, quanti anni sono passati ormai? - dicono - vogliamo voltare pagina». E in effetti a tutte le loro famiglie è già stata assegnata una casa del Comune: alla Cipressina, al rione Pertini o in viale San Marco. «Mancano gli ultimi dettagli, le abitazioni ci sono. Chiediamo solo di poter ricominciare da zero in una casa, al sicuro da minacce ed episodi di questo tipo».
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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