Rogo 3V Sigma, quattro indagati

Domenica 5 Luglio 2020
Rogo 3V Sigma, quattro indagati
L'INCHIESTA
MESTRE La prima svolta nelle indagini è arrivata alcuni giorni fa, quando il sostituto procuratore Giovanni Gasparini ha raccolto e letto gli atti del Nucleo Investigativo Antincendio Territoriale dei vigili del fuoco, dello Spisal e dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Venezia che il 15 maggio hanno lavorato per spegnere l'incendio nello stabilimento della 3V Sigma di Porto Marghera.
Dalle carte e dai loro sviluppi hanno fatto capolino le responsabilità e i ruoli di quel disastro sfiorato. Nomi e accuse ora cristallizzati nell'iscrizione sul registro degli indagati di quattro persone, accusate a vario titolo di incendio colposo e lesioni colpose.
GLI INDAGATI E LA CONSULENZA
A ricevere l'avviso di garanzia firmato dalla procura veneziana sono stati tre tra responsabili e rappresentanti della 3V Sigma - la ditta bergamasca che sforna prodotti chimici per una lunga serie di utilizzi, dalle creme e gel cosmetici alle plastiche, ed è proprietaria dello stabilimento al confine con il Petrolchimico di Porto Marghera - e il legale rappresentante della Generalmontaggi di Terni, ditta che si occupa di saldature e gestisce in appalto la manutenzione dell'impianto della 3V Sigma. Per chiarire le cause di quel rogo, martedì mattina il pm Gasparini conferirà l'incarico per una consulenza tecnico-dinamica su come sia potuto avvenire l'incendio che ha ferito due operai della Generalmontaggi, un romeno e un indiano entrambi trentenni e residenti a Terni, ricoverati subito dopo l'incidente negli ospedali di Padova e Verona con ustioni sul 30 e 50 per cento del corpo e ora in via di guarigione. Cosa può aver causato quell'incidente che ha distrutto la parte produttiva dell'impianto, è quanto la adesso si cerca di sapere. Il consulente della procura dovrà quindi costruire a ritroso l'intera vicenda, conclusa con lo scoppio di un serbatoio alzando una colonna di fumo nero visibile a distanza di chilometri e capace di far vivere un incubo ai residenti di Marghera e Mestre e spaventare Venezia e Treviso.
LA RICOSTRUZIONE
La mattina del 15 maggio, poco dopo le 10, i due dipendenti della Generalmontaggi stavano lavorando su una conduttura di un serbatoio di meta-toluidina da mille metri cubi, in una zona che più volte era finita nel mirino dei sindacati per la scarsa sicurezza del luogo. All'improvviso il botto e dopo pochi secondi una vampata ha investito i due saldatori. L'incendio è stato subito contenuto grazie anche alla pioggia di quel giorno, ma per chiudere ogni focolaio ci sono voluti giorni di lavoro da parte dei vigili del fuoco e dei tecnici di Arpav. È stata proprio l'Agenzia, due settimane fa, a chiudere la propria indagine sulle conseguenze ambientali del rogo alla 3V Sigma bollandolo come «un evento di notevole portata ambientale» che «ha presentato ricadute in un'area vasta». In cui, però, vento e pioggia hanno giocato un ruolo fondamentale nell'evitare che quanto bruciato si disperdesse. A pagare il prezzo maggiore, solo il canale Industriale Ovest, dove si sono riversate le acque di spegnimento causando una moria di pesci. Ma la laguna, così come gli ortaggi, si sono salvati.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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