Ritrovato a Pavia l'antifonario più antico: ha mille anni

Martedì 24 Luglio 2018
LA SCOPERTA
Un rigo rosso e minuscole notazioni musicali vergate a mano quasi mille anni fa su un foglio di pergamena, impreziosito da decorazioni in oro e da un disegno misterioso con un animale mitologico che pare un drago pronto a ghermire tra le sue zampe una specie di uccello. Macchiato dalla colla eppure ancora intero e leggibile, è riemerso per caso a Pavia, ritrovato casualmente in un libro che si stava restaurando, quello che gli studiosi ritengono possa essere il più antico antifonario esistente, sorta di breviario che riportava le parti cantate della liturgia in qualche modo antesignana medievale di uno spartito. Annunciata dal ministro della cultura Bonisoli, che ne approfitta per sottolineare «l'importanza della tutela» e dei rapporti tra Mibac e istituzioni universitarie, la scoperta si deve alla restauratrice Alessandra Furlotti, alla quale la biblioteca Universitaria di Pavia aveva affidato il restauro di tre libri della prima metà del Seicento, con legature di pregio, conservati nel Salone Teresiano. Proprio nel corso del restauro di uno dei libri (In Ecclesia Mediolanensi di Giovanni De Deis del 1628) dalla controguardia posteriore del volume è saltata fuori la pergamena manoscritta, usata in pratica dal legatore secentesco per rinforzare la legatura del volume.
Fin qui niente di strano, all'epoca era una consuetudine quella di usare vecchie pagine e frammenti per rinforzare le legature. La particolarità, spiegano dal Mibac, «è che si tratta di un foglio intero, ancora ben leggibile, nonostante sia stato cosparso di colla animale perché aderisse al cartone».
L'ANALISI
Per le prime verifiche è stato interpellato un esperto francese, il musicologo Dominique Gatté, e lui ha confermato che si tratta di una pagina, pressoché completa, di un antifonario, «ovvero un breviario che riportava anche le parti cantate della liturgia, sicuramente uno dei più antichi che è possibile studiare oggi, databile intorno al 1100 e collocabile nell'area di Novara». Il documento è anche decorato da una miniatura di difficile interpretazione, che rappresenta un animale mitologico con zampe colorate e fattezze di serpente. Ora la pergamena, sottolinea Paola Passarelli, dg Biblioteche e Istituti culturali del Mibac, «è stata inserita in un passe-partout che ne consente la lettura recto-verso, pronta per essere studiata».
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