Ricorso rigettato, Giusto resta in Consiglio comunale

Mercoledì 23 Gennaio 2019
LA SENTENZA
VENEZIA Giovanni Giusto resta al suo posto in Consiglio comunale, a Venezia. Il Tribunale di Venezia ha rigettato il ricorso presentato da Marco Parrrino, primo dei non eletti della Lega Nord alle amministrative del 2015, il quale chiedeva che fosse dichiarata la decadenza di Giusto per un presunto conflitto d'interessi. I giudici della seconda sezione civile, presieduta da Roberto Simone, hanno ritenuto che non vi sia alcuna incompatibilità in quanto, nel febbraio del 2018, il consigliere si è dimisso (entro i termini) dalla presidenza del Coordinamento delle remiere di voga alla veneta, associazione che usufruisce di contributi da parte di Ca' Farsetti.
DIMISSIONI NEI TERMINI
Nell'ordinanza, depositata qualche giorno fa, il Tribunale rileva che Giusto si è dimesso pure dal Comitato cittadino, evidenziando però che tale incarico non è incompatibile con quello di consigliere comunale in quanto l'ente Palio rappresenta un consorzio tra Comuni e i singoli rappresentanti non hanno potere di vigilanza.
Ritenuta non provata, infine, l'ulteriore ipotesi di incompatibilità con la carica di presidente del Consorzio dei tajapiera e restauratori veneziani, ricoperte da Giusto, fin dal 2011, ma emersa soltanto lo scorso ottobre: secondo i giudici, infatti, Parrino non ha dimostrato nel corso della causa in cosa consisterebbe la lamentata incompatibilità, omettendo di depositare i bilanci del Consorzio, documenti pubblici.
SPESE DA RIFONDERE
Il ricorrente, assistito dall'avvocato Jacopo Molina, è stato condannato a rifondere le spese legali sostenute da Giusto (avvocato Alvise Davanzo), quantificate in seimila euro. Il provvedimento potrà essere impugnato in Appello, ma nel frattempo il consigliere comunale resta in carica e, con molte probabilità, il pronunciamento non arriverà prima della fine del suo mandato, che scade assieme il prossimo anno.
Nel ricorso di Parrino, depositato lo scorso agosto, ai sensi dell'articolo 70 del testo unico degli enti locali, veniva contestata anche la nomina di Giusto quale coadiutore in materia di tutela delle tradizioni, ma anche su questo aspetto i giudici hanno negato che l'esistenza di motivi di incompatibilità con il ruolo di consigliere, in quanto il coadiutore non risulta avere poteri di spesa.
Per finire, il fatto di non aver dichiarato i conflitti di interesse esistenti al momento dell'insediamento, nel 2015, secondo il Tribunale non è previsto dalla legge quale motivo per la decadenza dal Consiglio comunale.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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