«Quelle ragazzine avevano pacchi di banconote da 50 euro»

Sabato 19 Agosto 2017
«Quelle ragazzine avevano pacchi di banconote da 50 euro»
Quattro borseggiatrici l'hanno minacciata e insultata, poi colpita con un ombrello al volto e infine le sono state addosso. M.P., veneziana non distratta, 50 anni, ha osato intromettersi durante un furto delle ladre e salvare dei turisti coreani, ma le è costato lesioni al volto, alla testa e al collo per 10 giorni di prognosi e 20 di collare. E ora, dice, ha paura. Perché il clima è quello delle minacce e delle vendette giurate verso chi aiuta le forze dell'ordine e pedina le bande che girano in città.
«Erano le 14.20 e stavo attraversando Piazza San Marco per andare la lavoro racconta la donna quando ho visto le quattro borseggiatrici, volti noti, vicino al Caffè Florian che stavano attaccate ad un gruppo di turisti coreani per derubarli».
M.P. fa parte dei cittadini non distratti, quel gruppo di veneziani che ha fatto rete e cerca di contrastare la microcriminalità in centro storico. La ladre, racconta, le aveva già viste molte volte all'opera in stazione Santa Lucia e quando giovedì le ha sorprese si è messa ad urlare. «Ho gridato forte Andate avanti e le borseggiatrici si sono allontanate dal gruppo per andare verso San Gallo, con me dietro che dovevo percorrere la stessa strada per andare a lavoro».
All'altezza del ponte in Bacino Orseolo però, le ladre decidono di fargliela pagare. «Mi hanno offesa per tutta la strada, pesantemente, me, i miei familiari, esce di tutto da quelle bocche. Quando sono arrivate vicino al ponte hanno iniziato anche a minacciarmi. Due di loro erano minori e hanno rincarato la dose tirando in ballo la loro famiglia, tipo non sai cosa ti facciamo con nostro padre, ti lasciamo per terra, e altre cose. Minacce per le quali ora temo per me e la mia famiglia. A quel punto mi sono avvicinata e una di loro mi ha colpito forte con l'ombrello in faccia, come fosse una spranga. Lì non ci ho più visto, sono scattata anch'io ma in men che non si dica tutte e quattro mi erano addosso: avevo otto mani che mi colpivano. Mi hanno scaraventato addosso ad una saracinesca, strappato interi ciuffi di capelli dalla testa. Mi hanno ferito al volto e al corpo, come potevano. Ho cercato di difendermi e il mio pensiero era rivolto al mio telefonino che, nello scontro, era caduto per terra. Temevo lo rubassero, soprattutto perché avrebbero scoperto come riusciamo ad essere in contatto noi veneziani per cercare di sventare i borseggi».
A dividere le donne arrivano i gondolieri che inizialmente non capiscono il motivo della rissa. «Ho urlato che erano borseggiatrici e sono riusciti a fermarne due, minori, mentre le maggiorenni si son date alla fuga». Per le urla arrivano anche gli angeli della Piazza, I San Marco Guardians, e i carabinieri del nucleo natanti. «Ero riuscita a chiamare i militari prima che le ladre mi aggredissero - prosegue la veneziana - quando sono arrivati c'era molta confusione, i veneziani hanno iniziato a dire che era ora di fare qualcosa per mettere fine a queste situazioni. E in tutto questo, davanti ai carabinieri, le due ladre ridevano facendo dei versi, perché sapevano che, in quanto minori sarebbero rimaste libere e impunite». Le due ragazzine, una di circa 17 anni e l'altra di 11, vengono portate via dai militari. «Quando le hanno perquisite hanno trovato loro addosso gruzzoletti da 50 euro per centinaia di euro, probabilmente i bottini dei borseggi della giornata. La donna viene accompagnata al pronto soccorso, dove verso le 21 di sera si trova accanto, in sala d'attesa, al veneziano che ha fermato il marocchino con lo spray al peperoncino in battello. «Lui era rimasto ferito al piede e abbiamo scambiato due parole - conclude la donna - dopo l'episodio sono andata a Ca' Farsetti e ho chiesto un incontro al sindaco perché siano prese contromisure contro queste malviventi sempre più violente e aggressive, nella speranza che quello che è capitato a me non debba più ripetersi».
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