Premio Strega, finale e duello all'ultimo voto

Venerdì 3 Luglio 2020
L'EVENTO
Finale molto combattuta, e distanziata dalle misure anticoronavirus, ieri al Ninfeo del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, per la settantaquattresima edizione del Premio Strega, la prima in era di pandemia. Molto meno numerosi i tavoli, in una parte marginale del giardino; soltanto un'ottantina gli invitati; e le operazioni di voto - con la mitica lavagna e il tavolo della giuria - sono ritornate sulla balconata del Ninfeo, dove il premio si era svolto tra il 1953 e il 1962. Delle grandi adunate festose di un tempo è rimasto (per ora) un ricordo. Soprattutto, missione impossibile per gli imbucati, respinti senza riguardo all'ingresso, dove era obbligatorio esibire la propria autocertificazione.
GRANDI MANOVRE
I rumor della vigilia lasciavano già presagire un duello tra il superfavorito Sandro Veronesi, in cerca del bis con Il Colibrì (La nave di Teseo) dopo la vittoria con Caos Calmo nel 2006, e il giallista Gianrico Carofiglio, con il suo La misura del tempo (Einaudi), sostenuto dal gruppo Mondadori. Ovvero: una gara tra il Marco Carrera, chiamato fin da piccolo Colibrì dello scrittore toscano o il Guido Guerrieri dell'ex magistrato pugliese. Anche Carofiglio non è nuovo al pubblico dello Strega: era entrato in cinquina nel 2012. Molto agguerrita, comunque, la pattuglia di concorrenti; a cominciare da Valeria Parrella, già vincitrice alla vigilia del premio Off assegnato dai lettori e dai librai indipendenti, con il suo Almarina (Einaudi) e da Daniele Mencarelli, con Tutto chiede salvezza (Mondadori) - storia di un ventenne in trattamento sanitario obbligatorio - che ha già ricevuto lo Strega Giovani. Gian Arturo Ferrari, a lungo principe degli editor di Mondadori, era in gara con Ragazzo Italiano, il suo debutto a 76 anni, che ha segnato il ritorno nella competizione di Feltrinelli; e Jonathan Bazzi ha sostenuto il vessillo della piccola editoria, con Febbre (Fandango Libri), la sua storia dedicata all'Hiv: si è presentato al Ninfeo con un vestito di Valentino. Curioso come ne Il colibrì il libro di Bazzi venga citato, come un romanzo da consigliare ai giovani. Ieri, prima della finale, Bazzi ha detto di avere «una certa difficoltà nell'esporsi davanti alle persone e a parlare in pubblico», e ha aggiunto di essere certo di «avere avuto il coronavirus», perché segnato da uno dei «postumi tipici», la perdita di gusto e olfatto.
La grande incognita della vigilia, era soprattutto la capacità di Mondadori di unire le forze per sostenere un unico candidato. Ma come distribuire i voti torinesi e romani di Einaudi?
I CAMBIAMENTI
Le operazioni di spoglio, capitanate come di consueto dal vincitore della passata edizione, in questo caso l'autore di M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati, sono iniziate alle 23, contemporaneamente con la diretta tv di Rai3. Seguendo le diverse fasi della votazione, il conduttore Giorgio Zanchini ha passato in rassegna i sei libri finalisti, attraverso i loro autori e con reportage sui luoghi in cui sono ambientati i romanzi: l'hinterland milanese di Bazzi, il sapore retrò della capitale lombarda di Ferrari o ancora, i Castelli Romani di Daniele Mencarelli. C'è stato spazio anche per un ricordo di Andrea Camilleri, di cui il prossimo 17 luglio ricorrerà il primo anniversario della morte, e che sarà celebrato il 16 con l'uscita del volume concusivo del ciclo di Montalbano, Riccardino; Corrado Augias invece ha ripercorso le tappe di questi primi vent'anni degli anni Duemila, dall'attacco alle Torri gemelle alla pandemia da Covid-19.
Riccardo De Palo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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