Pollini, uno scrigno di note

Venerdì 26 Febbraio 2021
Pollini, uno scrigno di note
LA RACCOLTA
È una gioielleria della musica. Ma non perché ora occupa gli spazi dove c'era un'oreficeria, bensì perché è un vero e proprio scrigno ricco di tesori, alcuni antichi e molto preziosi, e di reperti unici. Per esempio, una raccolta datata 1700 di partiture, e manoscritti che costituiscono l'intero archivio del Teatro Verdi; una collezione di oltre 1.200 libretti per musica di opere rappresentate in Italia, e nel Veneto in particolare, tra il 1797 e il 1950, e un cospicuo reparto di edizioni molto rare, frutto di lasciti significativi di personaggi che hanno caratterizzato la vita culturale veneta. I 50mila pezzi della Biblioteca del Conservatorio Cesare Pollini di Padova, infatti, da ieri hanno una nuova casa in centro storico, in Riviera dei Ponti Romani 88: al posto dei ripiani in velluto con collane, anelli e orologi, nei locali sono state collocate scaffalature da pavimento a soffitto e librerie con ante in vetro, dove gli appassionati possono trovare una quantità enorme di libri, documenti, cataloghi e spartiti degli ultimi quattro secoli, messi insieme grazie ad acquisti e donazioni a partire dal 1878, anno di nascita del Liceo musicale.
IL TRASLOCO
Non tutto il repertorio del passato ha già traslocato, ma a breve anche gli ultimi scatoloni dal Palazzo di via Cassan andranno a destinazione e quindi è previsto l'arrivo pure di 5mila dischi a 78 giri e le tracce potranno essere ascoltate dai fruitori della suggestiva mediateca, realizzata dal Comune, che ha preso in affitto l'immobile, in collaborazione con la Fondazione Cariparo e la Regione.
Il trasferimento, che inizialmente doveva essere provvisorio in vista dei lavori di manutenzione al Conservatorio, in realtà sarà duraturo, anche perché per la collocazione definitiva della scuola non è ancora stata trovata una soluzione. Invece la Biblioteca che ha debuttato ieri molto probabilmente verrà ampliata per far posto, in aggiunta ai materiali cartacei, all'esposizione di un'altra serie di pezzi significativi che testimoniano la tradizione musicale del territorio, tra cui antichi pianoforti, arpe e strumenti a fiato. D'altro canto questa del Pollini è una delle più importanti a livello nazionale e, grazie a una convenzione con l'Università di Padova, si accinge a essere protagonista di un progetto di Catalogazione Bibliotecario Nazionale, con l'obiettivo di fornire un servizio in tutta Italia che si basa sulla gestione di un catalogo collettivo e sulla condivisione dell'accesso ai documenti.
All'inaugurazione erano presenti gli attori dell'operazione, cioè il sindaco Sergio Giordani, il direttore del Pollini Elio Orio e quello della Biblioteca Veniero Rizzardi e il segretario generale della Cariparo Roberto Caro.
LA VERNICE
Ed è stato il primo cittadino a confermare che la gioielleria della musica avrà collocazione stabile nella nuova sede. «La Biblioteca - ha sottolineato Giordani - è frutto di una sinergia tra vari attori: l'amministrazione, la quale ha preso in affitto i locali per allestirla, e la Fondazione ha acquistato le scaffalature. È una meraviglia, e a breve sarà fruibile al pubblico su appuntamento e verrà anche realizzato un catalogo che elencherà tutto quello che è possibile consultare, o prendere in prestito. Sono soddisfatto che un patrimonio di questo valore, con tantissime rarità, sia diventato ora alla portata di tutti». «Finalmente un luogo vicino alla cittadinanza, mentre prima era nascosto all'interno del Conservatorio - ha aggiunto il direttore Orio -. È una delle strutture più fornite d'Italia ed è giusto che sia aperta agli appassionati, agli studiosi e ai giovani. Contiene molti pezzi pregiati che qui si possono esaminare e utilizzare. Doveva essere una sistemazione provvisoria, ma alla fine ci è piaciuta a tal punto che diventerà definitiva». «È un bel progetto - ha detto poi Saro - che mette in vetrina dei gioielli culturali di altissimo pregio».
I PARTICOLARI
A entrare poi nel dettaglio delle collezioni è stato Rizzardi, che tra l'altro ha insegnato anche a Ca' Foscari a Venezia e a Friburgo, oltre che a Padova. «Questa Biblioteca - ha ricordato - raccoglie tesori inimmaginabili, tra cui musiche antiche, ben precedenti alla sua fondazione e dell'Istituto Pollini, da cui poi il Conservatorio ha preso vita. Si tratta di un patrimonio in movimento, non quindi di un archivio statico, nel senso che non conserviamo i reperti simbolicamente, ma li rendiamo vivi. Abbiamo, per esempio, la raccolta dei manoscritti delle opere rappresentate al Teatro Verdi dai primi del 1700 a metà del 1800, in perfetto stato di conservazione, metà delle quali sono state digitalizzate: si tratta dell'intero archivio musicale dell'ente padovano. Inoltre è presente un'importante collezione seicentesca di vari autori, intitolata l'Orfeo, che rappresenta forse il pezzo più importante che possediamo, della quale esiste quest'unica copia conservata appunto a Padova, che ha permesso di gettare una nuova luce sulla musiche del Seicento appartenenti a quest'area». «Sempre a proposito di concretezza - ha detto poi Rizzardi - il contributo della Biblioteca del Pollini è risultato determinante pure per l'edizione critica di un'opera di Bellini e anche nel 2019 quando è stato eseguito per la prima volta in tempi moderni un lavoro di Giacomo Meyerbeer, Romilda e Costanza, che fa parte dell'archivio del Verdi, chiamato un tempo Teatro Nuovo. Qui, in sostanza, dopo anni di difficoltà, è stato finalmente riunito patrimonio la cui entità si vede a colpo d'occhio ed è il passo iniziale per la realizzazione della prima Bibliomediateca musicale del Veneto. Infine, aggiungendo gli strumenti musicali, per il momento ancora al Pollini, si potrà ricostruire a 360 gradi la storia della musica nella nostra regione». Oltre ad avere una ricchezza di pezzi e di rarità, questa è la seconda Biblioteca Braille più importante d'Italia.
IL FUTURO
Le prossime iniziative della Biblioteca riguardano la pubblicazione online delle riproduzioni fotografiche dei manoscritti settecenteschi del Fondo Teatro Verdi; l'avvio della riproduzione fotografica e conseguente pubblicazione online della sezione ottocentesca del medesimo Fondo; la risistemazione della sezione Rarità; la costituzione di una fonoteca che raccoglierà in un unico luogo i documenti sonori posseduti in tutti i formati (CD, LP, 78 giri), comprese registrazioni storiche risalenti al 1920 e in certi casi mai riversate sui supporti più moderni.
La Biblioteca del Conservatorio, poi, è presente alla Mostra Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell'Illuminismo in corso al Museo Diocesano di Padova; in esposizione, tra l'altro, ci sono due rarità tartiniane custodite sempre al Pollini: un manoscritto di fine Settecento de «L'arte dell'arco» e una stampa delle Sonate Opera I edita ad Amsterdam da Le Cene, appartenuta al celebre violinista Pierre Baillot (1771-1842).
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci