Polanski si sfoga: «Non sono un mostro»

Giovedì 12 Dicembre 2019
«Vogliono trasformarmi in un mostro»: dopo settimane di silenzio Roman Polanski (nella foto) esce allo scoperto respingendo con forza le accuse di stupro mosse a suo carico dall'ex modella e fotografa francese, Valentine Monnier.
«Questa storia è aberrante», ribatte l'ottantaseienne regista franco-polacco, in un'intervista con richiamo in prima pagina realizzata in esclusiva dal settimanale Paris-Match. Come già fatto in passato attraverso i comunicati del suo legale, l'autore premiato a Venezia per J'accuse (L'ufficiale e la spia), il suo ultimo lungometraggio sull'affaire Dreyfus, torna a «negare» tutto. La Monnier afferma di essere stata picchiata e violentata da Polanski ormai oltre 40 anni fa, nel 1975, quando lei era appena diciottenne, durante un soggiorno sciistico nello chalet del regista a Gstaad, in Svizzera. Accuse che il diretto interessato smentisce in toto sulle colonne di Paris-Match. «È un delirio! Non picchio le donne», assicura, dicendo di ricordarsi «a malapena» della donna. E ancora: «Non ho chiaramente alcun ricordo di ciò che racconta, visto che è falso». Deplora quindi che l'accusatrice «prenda a testimoni tre miei amici presenti nello chalet: il mio assistente Hercules Bellville, nonché Gérard Brach e la moglie Elizabeth. I primi due sono morti, comodo, così non possono confermare né smentire le dichiarazioni che li vengono attribuite. Quanto alla signora Brach, la stampa non l'ha trovata». Di più. Per Polanski è «facile accusare quando i fatti sono prescritti da una decina d'anni».
Nella cruda testimonianza pubblicata a inizio novembre dal quotidiano Le Parisien, Valentine Monnier precisò di non voler rivolgersi alla giustizia, anche perché i fatti sono ormai ampiamente prescritti, ma di voler lanciare un grido d'allarme contro i comportamenti del regista in coincidenza con l'uscita in Francia del suo ultimo film, che verte su un errore giudiziario. Un siluro che nel lungo autunno francese ha suscitato veleni e polemiche, con appelli a boicottarè il film,, annullamenti, e proteste delle femministe dinanzi ad alcuni cinema, anche se al botteghino è andato benone.
La testimonianza della donna si aggiunge ad altre simili accuse di stupro mosse in passato contro Polanski.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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