Pili, le minoranze chiedono un Consiglio straordinario

Giovedì 22 Ottobre 2020
Pili, le minoranze chiedono un Consiglio straordinario
IL CASO
MESTRE Un consiglio straordinario dedicato in tutto e per tutto all'affare (per ora sfumato) dei Pili. Lo chiedono in blocco i consiglieri comunali di minoranza attraverso un documento che verrà depositato nei prossimi giorni in cancelleria a Ca' Farsetti ma che, a ieri, aveva già superato il numero legale (un quinto di consiglieri) previsto dal regolamento comunale per l'indizione della seduta del parlamentino veneziano.
A firmare la richiesta di un'adunanza dedicata esclusivamente alla vicenda della compravendita dei Pili, sono stati consiglieri del Pd, dalla capogruppo Monica Sambo al candidato sindacato Pier Paolo Baretta, passando per Emanuele Rosteghin e Giuseppe Saccà; Giovanni martini (Tutta la Città Insieme); Sara Visman (M5S); Gianfranco Bettin (Verde Progressista) e Marco Gasparinetti (Terra e Acqua). Data «l'urgenza di una discussione su quanto emerso sulla stampa circa l'area denominata i Pili per quanto riguarda lo sviluppo dell'area, il coinvolgimento dell'amministrazione, dei suoi funzionari e rappresentanti» si legge nella richiesta, i consiglieri chiedono formalmente «l'esame» del punto in oggetto.
Dopo essersi ritirato dall'affare per una faida giudiziaria con il consulente trevigiano Claudio Vanin e con la sua società Sama Global, il magnate di Singapore, Ching Chiat Kwong e la società Oxley, gestita in Italia dal fiorentino Luis Lotti, avevano confermato come «interessasse ancora lo sviluppo dell'area» già di proprietà del sindaco Luigi Brugnaro attraverso la società Porta di Venezia, dal 2017 gestita da un blind trust per evitare conflitti d'interesse. Un'area comprata nel 2005 a 5 milioni di euro e che se acquistata dal magnate asiatico - il quale a Venezia ha già Palazzo Donà e Palazzo Papadopoli - avrebbe fatto incassare 100 milioni di euro alla società Porta di Venezia.
Ma proprio il fatto che la proprietà del terreno sia inserita nel blind trust di Brugnaro ha sollevato un polverone in città, portando i consiglieri di opposizione a Ca' Farsetti a unirsi e chiedere a ranghi serrati la spiegazione del sindaco. Anche perché a tenere i contatti con il magnate per conto dell'amministrazione è stato il vice capo di gabinetto del sindaco, Derek Donadini, ex dipendente di Brugnaro a Umana.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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