Piano di sviluppo dei Pili, Ferrazzi porta il caso in Senato

Domenica 25 Ottobre 2020
Piano di sviluppo dei Pili, Ferrazzi porta il caso in Senato
URBANISTICA
MESTRE I Pili sono finiti anche a Roma, ai ministri dell'Interno e della Giustizia, con un'interrogazione del senatore veneziano del Pd, Andrea Ferrazzi, assieme a 11 colleghi. I parlamentari chiedono a Luciana Lamorgese e ad Alfonso Bonafede di intervenire sul conflitto d'interessi che riguarda la figura del sindaco Luigi Brugnaro. Ferrazzi e colleghi puntano soprattutto su quelle che definiscono «ripetute infrazioni alle prescrizioni dell'art. 78 del Testo unico delle leggi sugli enti locali, di cui al decreto legislativo 267 del 2000». Si tratta della norma che regola i conflitti d'interessi per gli amministratori locali, ed è l'unica esistente i Italia, da utilizzare quindi anche per il blind trust cui è ricorso Brugnaro affidando le sue società allo studio Withers dell'avvocato statunitense Ivan A. Sacks.
Secondo, dunque, l'articolo 78 del 2000 gli amministratori... , devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado». L'obbligo non si applica ai piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado.
Ebbene, secondo i senatori, Brugnaro ha più volte violato l'articolo 78: «Ha partecipato ed è intervenuto nella seduta del 5 febbraio 2018 del Consiglio comunale che approvò un ordine del giorno in cui venne espresso parere favorevole ad un poderoso sviluppo urbanistico dei Pili che, per essere attuato, necessitava dell'approvazione di varianti alla strumentazione urbanistica comunale». Inoltre, continuano i 12 senatori, «ha partecipato anche all'approvazione della Delibera di Giunta comunale n. 41 del 13 febbraio 2018, con la quale è stato votato il cambio di destinazione della previsione di spesa inizialmente prevista per la Riqualificazione urbanistica ed edilizia della Stazione di Mestre verso un ponte ciclopedonale per collegare il parco di San Giuliano con la zona dei Pili; e ha partecipato pure all'approvazione di un'altra Delibera di Giunta, la 374 del 4 novembre 2019, dedicata al Pums (il piano urbano della mobilità sostenibile), nella quale è prevista la realizzazione di un nuovo canale che collegherà direttamente la zona dei Pili con la Marittima e il centro storico di Venezia attraverso il canale Vittorio Emanuele III».
Con o senza il blind trust, insomma, per gli interroganti il conflitto d'interessi è palese, specie se si tiene conto che Brugnaro, nel 2005 quando ancora non era sindaco, acquistò all'asta dal Demanio i 43 ettari di terreni a fianco del ponte della Libertà per 5 milioni di euro e, «grazie alla variante urbanistica approvata dal Consiglio nel 2018, assumerebbero oggi un valore che va dai 100 ai 150 milioni di euro»; e se si tiene conto, inoltre, della trattativa poi sfumata tra la società «Porta di Venezia, proprietaria dei Pili e facente capo a Brugnaro, con la società Oxley, del magnate di Singapore Ching Chiat Kwong, che prevedeva di costruire volumi per 1 milione e 300mila metri cubi e una superficie coperta di 84mila metri quadrati». (e.t.)
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