Ficarra e Picone ritornano al passato, all'Anno zero, ai tempi della Galilea governata da romani ultrafetenti (l'Erode Massimo Popolizio) e nei giorni dell'imminente nascita di Gesù, ma con un divertente prologo ai giorni nostri con un prete (Picone) intento a costruire il presepe nella chiesetta di uno sperduto paese siculo e un ladruncolo di oggetti sacri (Ficarra). Come tornare al futuro? Bisogna trovare una certa famigliola diretta a Betlemme e chiedere il miracolo a chi può farli, ovvero alla Madonna. L'idea è un vero rischio (calcolato probabilmente, anche se rischia l'azzardo) perché trasporta la coppia in un genere e in un'atmosfera inconsueta che non può reggersi solo sulle gag e le battute, ma deve convincere anche sul piano delle scenografie, dei costumi, degli effetti speciali. La stella cometa della storia corre troppo velocemente e la complessa articolazione della messa in scena inceppa la tenerezza dei due interpreti. Il poetico family movie di Natale del duo, più vicino alla parabola che alla commedia, forse farà meno ridere di L'ora legale, ma siamo davvero molto lontani dal tono e dalla misura degli indigesti cinepanettoni di un tempo.
Giuseppe Ghigi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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