Parte la sfida purista «Usare di più l'italiano»

Giovedì 12 Dicembre 2019
LA SFIDA
È un vero e proprio appello in difesa della lingua italiana e dei dialetti quello che rivolge l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia alle istituzioni, ai formatori, e in generale a tutti coloro che sono interessati allo sviluppo della lingua, per stimolare un dibattito che favorisca un'adeguata crescita intellettuale. In quella che viene oggi chiamata la tempesta delle lingue, alla luce anche dei recenti esiti delle prove Invalsi (che parlano di una non buona educazione della lingua italiana), l'assemblea dell'Istituto ha approvato all'unanimità un documento che intende proporre in termini ragionati e accessibili un'idea della lingua e delle lingue, in rapporto all'Unione Europea e alla società globale. «È necessario garantire la vitalità comunicativa dell'italiano in una visione multilinguistica ha spiegato il presidente Gherardo Ortalli, presentando ieri il documento a Palazzo Loredan a Venezia -, inclusiva delle varietà dialettali non meno che di un uso non subalterno della lingua egemonica (l'inglese).
ITALOFONIA
Poicheil sistema della pubblica istruzione gioca un ruolo decisivo nei processi di apprendimento, uno sviluppo adeguato delle capacita espressive e intellettuali è assicurato da un lavoro che punti su un apprendimento adeguato della lingua, di pari passo con lo sviluppo delle conoscenze, pratiche e teoriche. La scuola, e solo la scuola, puògarantire questo obiettivo, fondamentale per il futuro del Paese». Appello caloroso che giunge in una società sempre più internazionale, dove anche i nuovi corsi universitari dovranno essere interamente in lingua inglese. «Manca una idea nuova dell'istruzione ha detto Francesco Bruni, professore emerito di Storia della lingua italiana a Ca'Foscari -: nel Triveneto all'italiano si affianca e continua ad essere vitale il dialetto, che colorisce anche discorsi di materie moderne come l'informatica. La dignità dei dialetti è pari a quella dell'italiano e può essere stimolo a un potenziamento della parola insidiata dall'invadenza dei social. La collaborazione dell'italiano e del dialetto è un obiettivo da incoraggiare, mentre l'opposizione di questi due idiomi è dannosa e fonte di povertà mentale e verbale».
Il documento, facendo centro sull'italiano e le ricche varietà linguistiche del Triveneto presenta il problema della lingua e delle lingue oggi, causato in buona parte da un uso anche esagerato della lingua inglese, di cui Sergio Perosa, professore emerito di Letteratura anglo-americana a Ca' Foscari, descrive divertenti fatti e misfatti. «Il nostro paese ha spiegato Perosa - ha un rapporto travagliato e disastroso con questa lingua, diventata invadente e sempre fra i piedi, spesso a sproposito più per causa nostra che loro, più per la nostra pigrizia e sciatteria che per loro imperialismo: ne traiamo una pseudo-lingua nove volte su dieci scorretta o inventata. Non c'è alcun motivo di usare la maggior parte delle parole inglesi propinateci neanche nei titoli di giornale, dove pure la loro brevità, spesso monosillabica, serve meglio ad attirare l'attenzione. Nessuna ragione di dire meeting per incontro. Sono pronto a sostenerlo in contraddittorio pubblico».
Daniela Ghio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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