Ottone in villa musicalità tutta nuova

Domenica 12 Luglio 2020
La carena della nave in costruzione immaginata da Massimo Checchetto traghetta la Fenice verso la sua quarta rinascita; spazio-non spazio dove anche il tempo appare sospeso, eppure capace di evocare sensazioni nuove e sconosciute reinventando un teatro che con tutta probabilità non sarà più lo stesso. Anche la percezione del suono muta, con l'orchestra totalmente esposta in platea e i cantanti a indirizzare la voce ora verso i palchi ora al palcoscenico-barca occupato da parte degli spettatori. Le prospettive sonore assumono valenze nuove e l'orecchio deve abituarsi non senza qualche difficoltà al nuovo necessario. Il teatro veneziano è di fatto il primo tra quelli italiani a riaprire le porte all'opera. In scena l'Ottone in villa, prima opera di Vivaldi che qui sceglie di celebrare non l'amore fedele ma il tradimento: l'azione ruota e non in senso lato intorno a Cleonilla, sensuale manipolatrice; l'imperatore Ottone e Caio Silio, entrambi suoi amanti, sono burattini nelle sue mani, nonostante gli avvertimenti alla prudenza e al decoro lanciati ad entrambi da Decio. Ad aumentare l'ambiguità del testo Tullia, che fino alla stretta finale si spaccerà per uomo sotto il nome di Ostilio e Tullia/Ostilio è gioco letterario piuttosto divertente suscitando i pruriti di Cleonilla. La regia di Giovanni Di Cicco si adatta bene alla nuova dimensione del teatro e al forzato rispetto delle distanze; un approccio filologico che rimanda direttamente agli stilemi barocchi che volevano i cantanti pressoché immobili e un contorno in movimento. Un po' anonimi i costumi di Carlos Tieppo, riuscito il disegno di luci di Fabio Barettin. È innegabile che l'ascolto ne esca penalizzato, con le voci a tratti coperte dall'orchestra e costrette a mutare continuamente direzione. Diego Fasolis (nella foto) opta per una concertazione incardinata su dinamiche stringenti e scelte agogiche in cui la fantasia si coniuga al rigore. Ammirevole il quintetto chiamato a sostenere la parte vocale, a far principio da Sonia Prina. Ottima la Cleonilla di Giulia Semenzato, così come risulta assai ben risolto il Caio Silio tormentato di Lucia Cirillo. Completano con onore il cast Michela Antenucci che disegna a una Tullia dolente ma non rassegnata e Valentino Buzza nei panni di un convincente Decio. Successo pieno per tutti.
Alessandro Cammarano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci